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Siria, l'Isis minaccia di distruggere Palmira

Il sito archeologico dichiarato dall'Unesco patrimonio dell'umanità è in serio pericolo

Siria, l'Isis minaccia di distruggere Palmira

Un altro importante sito archeologico rischia di cadere nelle mani dell'Isis. Dopo averne devastati altri in Iraq, i jihadisti ora minacciano Palmira (Siria), dichiarata dall'Unesco patrimonio dell'umanità. L'allarme è stato lanciato dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, dopo la sconfitta dei soldati del regime di Bashar al Assad nei pressi del sito archeologico. Come ha sottolineato il direttore dell'Ong, Rami Abdel Rahman, "Palmira è minacciata, l'Isis ha conquistato tutte le postazioni dell'esercito" tra Al-Sukhnah e il sito archeologico, ritrovandosi a meno di due chilometri dalle rovine, nella sua avanzata verso la cittadina.

Nel sito si trovano le rovine di una grande città, considerata uno dei principali centri culturali del mondo antico. I suoi templi e il colonnato, celebri in tutto il mondo, sono in pericolo se i jihadisti dovessero arrivarci, replicando le distruzioni compiute a Nimrud e Hatra in Iraq.

Si sta occupando del problema una conferenza internazionale in corso al Cairo. Il direttore delle antichità siriano, Maamoun Abdulkarim, ha confermato: "Se la città cade, sarà una catastrofe internazionale, una ripetizione delle barbarie e dei saccheggi che abbiamo visto a Nimrud, Hatra e Mosul". Attualmente la moderna città di Tadmur ospita 1.800 famiglie, scappate da Al-Sukhnah, caduta mercoledì nelle mani dei miliziani, tra ingenti perdite per entrambe le parti, con 70 morti per l'esercito siriano e 40 per l'Isis, tra cui due comandanti.

Secondo i siti web legati all'Isis, uno di questi è Abu Malik Anas al-Nashwan, apparso in un video in cui vengono decapitati 28 cristiani etiopi ed eritrei in Libia.

Almeno ventitre civili sarebbero già caduti sotto i colpi dei jihadisti nell'area delle rovine di Palmira.

Tra questi ci sarebbero nove bambini, freddati da colpi d'arma da fuoco ad Amiriyeh, a nord di Palmira, o Tadmor come è chiamata in arabo.

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