Mondo

Siria, gli Stati Uniti non hanno una capacità d'attacco

Mosca ha schierato le sue forze nel Mediterraneo per ostacolare qualsiasi attacco di precisione degli Stati Uniti in Siria

Siria, gli Stati Uniti non hanno una capacità d'attacco

Gli Stati Uniti, attualmente, hanno una minima e rischiosa capacità di attacco in Siria con due sole unità navali in grado di lanciare complessivamente circa sessanta missili da crociera dal Mar Mediterraneo. Lo scorso aprile, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump schierò nel Mar Mediterraneo una potente flotta con una capacità di oltre mille missili Tomahawk.

Siria, le unità americane presenti nel Mediterraneo

Sarebbe opportuno rilevare un punto: gli Stati Uniti non hanno schierato alcuna forza d’attacco o di proiezione nel Mar Mediterraneo al di fuori del normale transito e degli schieramenti di routine. Sappiamo che la USS Carney (DDG-64), cacciatorpediniere classe Arleigh Burke da 9800 tonnellate, dal 27 agosto scorso è in pattugliamento nel Mar Mediterraneo. Le Arleigh Burke sono armate in via primaria con 96 celle VLS: La capacità complessiva Tomahawk dipende dalla configurazione prescelta. Nel Mediterraneo anche il sottomarino d’attacco a propulsione nucleare classe Los Angeles USS Newport News (SSN-750) armato con dodici celle VLS. In base alla configurazione, l’unità classe 688 può trasportare fino a venti missili Tomahawk. Per entrambe le unità la US Navy parla di “movimenti pianificati”. Gli Stati Uniti mantengono stabilmente almeno due sottomarini d’attacco a propulsione nucleare in rotazione nel Mediterraneo. Altamente probabile la presenza in pattugliamento ombra di un sottomarino a propulsione nucleare classe Ohio SSGN. Un sottomarino a propulsione nucleare classe Ohio SSGN potrebbe lanciare in immersione tutti i suoi 154 missili Tomahawk in soli sei minuti.

Il sistema d’arma di precisione preferito dal Pentagono: Il Tomahawk

Le cacciatorpediniere classe Arleigh Burke spostano 9800 tonnellate e sono armate in via primaria con 96 celle VLS. Sono armate con missili Tomahawk, attualmente nella versione Block IV. Il missile da crociera è la colonna portante dei sistemi d’arma di proiezione degli Stati Uniti fin dalla guerra del Goldo nel 1991. Durante le prime fasi di Operazione Odissey Dawn nel 2011, gli obiettivi strategici libici furono colpiti da 110 missili Tomahawk lanciati dalle navi da guerra alleate nel Mediterraneo e da 45 JDAM sganciate dai bombardieri stealth B-2. La testata da mille chili e la sua capacità di colpire bersagli a mille miglia di distanza, rende il Tomahawk il sistema d’arma di precisione tatticamente preferito dal Pentagono. Resta anche quello politicamente corretto. La rotta via mare non richiede un corridoio aereo autorizzato per lo stesso principio delle rotte circumpolari dei missili strategici. In ogni caso la US Navy deve garantire al Presidente degli Stati Uniti tutte le opzioni possibili per rispondere agli scenari di crisi.

Siria, nessuna portaerei Usa nel Mediterraneo

Nel Golfo Persico non vi è alcuna piattaforma di proiezione statunitense

Il Gruppo da Battaglia della portaerei a propulsione nucleare classe Nimitz USS Harry S. Truman (CVN-75), ha lasciato lo scorso giugno il Mar Mediterraneo ed attualmente si trova in navigazione nell'Atlantico settentrionale. Nel Golfo Persico non vi è alcuna piattaforma di proiezione statunitense. I bombardieri B-1B del 34° Expeditionary Bomb Squadron assegnati al 379° Air Expeditiionary Wing che lo scorso aprile lanciarono missili da crociera in Siria, si trovano nella base aerea di Al Udeid, in Qatar. Il contingente B-1B è stato schierato lo scorso aprile per sostituire i B-52 ritornati negli Stati Uniti per aggiornamenti. Dal Qatar l’aviazione statunitense lancia operazioni contro lo Stato islamico in Sira ed Iraq ed i talebani in Afghanistan. La base ospita anche una squadriglia di EA-6B Prowler, aereo da guerra elettronica. In rotazione nell’area anche due piattaforme B-2.

Si tratterebbe in ogni caso, qualora si propendesse per un raid aereo, di una formazione a bassa osservabilità considerando la griglia di difesa russa. Le piattaforme d’attacco statunitensi precedenti alla quinta generazione dovrebbe essere escluse da qualsiasi piano d’attacco. Gli Stati Uniti dovrebbero utilizzare le piattaforme di quinta generazione come il B-2 Spirit e l’F-22 Raptor per colpire gli obiettivi in Siria. La loro capacità di monitorare in tempo reale il contesto discriminando la minaccia potrebbe essere utile, ma sarebbe il primo confronto diretto con gli S-300V4 e gli S-400 schierati in Siria. Il Pentagono non rischierà la vita dei piloti. Da rilevare, infine, che le Forze armate della Federazione Russa potrebbero essere state autorizzate ad ingaggiare i lanciatori e le loro basi. Le forze russe sono certamente in grado di contrattaccare le basi degli Stati Uniti in Medio Oriente ed Europa.

Siria: perché un raid statunitense sarebbe rischioso (ed inutile)

L’offensiva del governo siriano nella regione di Idlib appare inevitabile, mentre un raid Usa non altererebbe le dinamiche generali del conflitto: Si tratterebbe di un'azione isolata, non su larga scala. Il Cremlino sembra determinato a sostenere Assad e a scongiurare qualsiasi potenziale intervento degli Stati Uniti. Mosca ha importanti interessi strategici in Siria come la base aerea di Khmeimim e l'avamposto navale di Tartus sul Mar Mediterraneo mentre il contesto tattico venutosi a creare è profondamente diverso da quello dello scorso aprile quando Trump ordinò il raid punitivo. Mosca ha schierato le sue forze nel Mediterraneo sia per fornire supporto al regime siriano e sia per ostacolare qualsiasi attacco di precisione degli Stati Uniti. Da rlevare che le forze militari russe operano nelle medesime aree del Mediterraneo da dove lo scorso aprile Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia lanciarono i loro missili da crociera.

Il Cremlino ha quindi schierato le proprie forze per impedire alle forze statunitensi di assumere posizione d'attacco.

Commenti