Guerra in Ucraina

Altro flop Ue sulle sazioni: slitta l'accordo sull'embargo

Arriva l’ennesima fumata nera dalla riunione dei 27 rappresentanti dell’Unione Europea. C’è unità, ma restano ferme le posizioni di chi dipende di più dal petrolio russo, come nel caso dell’Ungheria di Orban

Altro flop Ue sulle sazioni: slitta l'accordo sull'embargo

Slitta ancora l’accordo sul sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca. Anche nella riunione odierna dei 27 rappresentanti dell’Unione Europea (Coperer) arriva la fumata nera all’intesa che prevede l’embargo graduale al petrolio russo. L’obiettivo è vietare il greggio nei prossimi sei mesi e i combustibili raffinati entro l’inizio di gennaio. Il via libera, però, dovrebbe arrivare nella prossima settimana.

Secondo una fonte diplomatica europea, sentita dall’Agi, la discussione iniziata nella giornata di mercoledì avrebbe fatto registrare importanti passi in avanti sulla maggioranza delle misure, anche se c’è ancora da fare. I problemi sono legati soprattutto al garantire la sicurezza degli approvvigionamenti a tutti gli Stati membri, nonché a una serie di questioni tecniche da risolvere, legate alla riconversione infrastrutturale.

Nei prossimi giorni, comunque, sono previsti ulteriori confronti per arrivare a una soluzione definitiva. Non vi sarebbero, infatti, particolari divisioni, pur essendo al momento non ancora calendarizzata una nuova riunione degli ambasciatori. “Più che mai – ha dichiarato la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola intervistata da Lucia Annunziata a Mezz’ora in più - in queste settimane siamo riusciti, come Unione Europea e Stati Uniti, a dimostrarci uniti sulle sanzioni e la solidarietà”.

Le perplessità di Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca

Le principali perplessità rispetto al nuovo pacchetto di provvedimenti per bloccare l’economia di Mosca, comunque, arrivano dalle nazioni più dipendenti dagli idrocarburi russi, come nel caso dell’Ungheria. Viktor Orban, infatti, ha definito l’embargo “una bomba atomica” per l’economia magiara. Sulla stessa posizione anche Slovacchia e Repubblica Ceca. I problemi, comunque, non sono di natura politica. La manovra, pertanto, sembra essere ancora possibile senza l’intervento del Consiglio Affari Esteri straordinario, come annunciato invece qualche giorno fa dall’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell.

A rivelare quanto accaduto durante la riunione del Coperer è la nota agenzia americana Bloomberg: “L'Ue ha proposto all’Ungheria e alla Slovacchia un’esenzione sino alla fine del 2024 e alla Repubblica Ceca sino a giugno dello stesso anno. Tale proposta, tuttavia, non è riuscita a convincere Orban, che ha continuato a porre il veto sul sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, che comprende anche il divieto di fornire navi e servizi assicurativi necessari per il trasporto di petrolio verso Paesi terzi”. Misure che dovrebbero entrare in vigore entro tre mesi, anche se Grecia e Cipro sembra stiano ancora trattando sul tema.

Chi, invece, sembra non voler perdere tempo sono gli Stati Uniti. In arrivo nuove rigide sanzioni contro Putin.

A rivelarlo su Twitter è il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba dopo aver avuto un colloquio con il segretario di Stato Usa Antony Blinker.

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