Per la seconda volta in quattro anni, il prossimo 20 dicembre i cittadini sloveni saranno chiamati a decidere, attraverso un referendum, sull’annullamento della legge che riconosce i matrimoni fra persone omossessuali nel Paese. La data, infatti, è stata fissata oggi dall’Assemblea Nazionale di Lubiana, che ha confermato la proposta della commissione parlamentare Affari Sociali per un referendum abrogativo della legge sulle nozze gay, da tenersi alla fine di dicembre.
La Slovenia era stata, nel marzo scorso, la tredicesima nazione europea ad approvare, con larga maggioranza, una legge che equipara le unioni fra le persone dello stesso sesso al matrimonio eterosessuale e che prevede la possibilità per le coppie omossessuali di adottare bambini. La svolta "rainbow" del governo di Lubiana però, già all’epoca dell’approvazione del nuovo Codice di Famiglia, non era stata ben accolta dall'opposizione di centro-destra, che, anzi aveva radunato diverse migliaia di persone di fronte al parlamento per manifestare in difesa della famiglia tradizionale e chiedere un referendum abrogativo.
Così, alcuni giorni fa, le 48mila firme necessarie sono state raccolte e presentate dai promotori dell'iniziativa agli uffici competenti. E grazie al parere favorevole della Corte Costituzionale slovena, la proposta di referendum abrogativo della legge che consente le nozze fra omosessuali nel Paese, è stata accolta, e il mese prossimo i cittadini sloveni saranno chiamati ad esprimersi sull'eventuale cancellazione della legge. La sentenza della Corte Costituzionale, inoltre, ha ribaltato la decisione del Parlamento, che invece, a suo tempo, aveva posto un divieto a qualsiasi modifica della disposizione approvata lo scorso marzo.
Il difensore civico per i diritti umani della Slovenia, Vlasta Nussdorfer, però, ha già promesso battaglia sulla decisione dei conservatori.
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