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Sotto lo stesso cielo: la fiaba che racconta la battaglia contro la pandemia

La battaglia contro la pandemia in una fiaba italiana, metafora di un universo bello e pieno di energia

Sotto lo stesso cielo: la fiaba che racconta la battaglia contro la pandemia

Quando l’Italia è entrata, il 6 maggio scorso, nella seconda fase della lotta contro l’epidemia del coronavirus, in alcune scuole elementari di Toscana, Piemonte e Sardegna si sono tenute lezioni a distanza proponendo ai bambini una fiaba sul tema del Covid-19. La favola narra della famiglia cinese della piccola Qīng, una bimba allegra, dinamica e spensierata, che all’improvviso, in seguito alle restrizioni adottate per proteggere la popolazione dal virus, si trova a dover affrontare un nuovo modo di vivere. Yuè, la mamma di Qīng, è un medico che lavora in prima linea contro l’epidemia e per questo, dal momento in cui è esploso il problema, non riesce a tornare a casa. Grazie all’amore dei propri familiari e alla scoperta delle meraviglie del nostro cosmo, la bambina riesce a trovare una soluzione per vincere le emozioni negative e riprendere a sognare. Un giorno la mamma fa ritorno a casa, perché alla fine la battaglia contro il coronavirus viene vinta. Ma non si fermerà a lungo: deve partire subito per l’Italia dove spera di poter aiutare la gente di quel Paese straniero. Al termine della fiaba Qīng dice alla mamma: "Oramai ho capito come sentirti vicina anche se sei lontana. La luna e le stelle ci aiuteranno, tu e io saremo sempre unite sotto lo stesso cielo".

Il significato della fiaba

Il titolo della fiaba è, per l’appunto, "Sotto lo stesso cielo. Storia di Qīng e Yuè", ed è stata scritta da Stefania Spanedda, insegnante e cultrice dell’arte della ceramica nell’Istituto comprensivo di Gassino Torinese. Dal 5 marzo, a causa dell’epidemia, le scuole italiane hanno interrotto le lezioni e incominciato a mettere in atto la didattica a distanza on-line. All’avvio dell’insegnamento da remoto, Stefania Spanedda si è resa conto di come i bambini, trascorso un primo breve momento di euforia dovuto alla novità di quell’esperienza, si ritrovassero impauriti, terrorizzati e paralizzati.

"Durante una videolezione, una mia alunna mi disse che da quando era a costretta in casa non riusciva più a sognare. In quel momento ho capito che bisognava aiutare in qualche modo i bambini ad affrontare questa tempesta emotiva. Non è facile lavorare sulle emozioni in maniera diretta, provando cioè a darne una spiegazione razionale e comprensibile ai piccoli: solo gli specialisti sono in grado di farlo. Invece la metafora è un metodo di comunicazione che tutti possiamo usare, perché appartiene da sempre all’umanità". L’atteggiamento della Cina e le azioni intraprese dal Paese per contrastare l’epidemia hanno sollecitato molto la maestra Spanedda. "Seguendo le notizie di cronaca sull’evoluzione della pandemia nel mondo" racconta, "mi ha colpito l’atteggiamento tenuto dalla Cina, che dopo aver arginato il virus in casa, si è messa a disposizione dei Paesi in difficoltà per la massiccia diffusione interna dei contagi. Ha sostenuto da subito anche l’Italia inviando presidi sanitari ed équipe di medici specializzati, mentre l’Europa non è stata altrettanto pronta... E’ per la gratitudine che ho provato in quei momenti che mi è venuta l’idea di creare un’ambientazione cinese".

Secondo la Spanedda, in quest’emergenza sanitaria globale occorre trasmettere speranza. Così è nata la fiaba sulla lotta cinese contro il Covid-19, nella quale Yuè rappresenta la Luna, mentre Qīng simboleggia la luminosità e la purezza. Ambedue i personaggi sono la metafora di un universo bello e pieno di energia. La maestra Spanedda è persuasa che è importantissimo, oggi più che mai, insegnare alle nuove generazioni a contemplare la natura e le meraviglie del nostro universo. "Questo atteggiamento, in una società che diventa sempre più virtuale, aiuta i giovani a riposizionarsi correttamente su un piano di realtà e genera in loro la consapevolezza che l’umanità intera fa parte dello stesso cosmo come un unico organismo vivente. Siamo tutti interdipendenti". Stefania Spanedda spera che ogni bambino che ne avesse bisogno possa leggere la storia di Qīng e Yuè. Per questo ha coinvolto nel progetto l’illustratore e graphic designer Massimiliano Feroldi, invitandolo a disegnare la storia per realizzarne una versione animata.

Il cartone, nella sua commovente semplicità, è stato favorevolmente accolto dai bambini, ed in molte regioni d’Italia è stato usato a mo’ di lezione nell’istruzione a distanza. "La prima volta che ho letto la storia", spiega Rita Bittolo, la voce narrante del cartone animato, "sono rimasta impressionata: là dentro sono presenti e percepibili tutte le emozioni e i sentimenti provati dalle persone in questo drammatico momento. Il fatto di poterla recitare ad alta voce mi ha permesso di vivere tali emozioni in profondità e trasmetterle a chi l’avrebbe ascoltata. È stato un coinvolgimento molto forte".

I bambini sono più sensibili e fragili davanti a una situazione anormale, e il linguaggio della fiaba li aiuta a capire e rielaborare con semplicità concetti estremamente complicati come l’amore, la morte, la lontananza, la solidarietà, la resilienza e l’universalità del cosmo. "Credo che i racconti, le storie e le fiabe siano un linguaggio fondamentale per aiutare i bambini ad affrontare le proprie paure ed emozioni" spiega la Spanedda, "e attraverso i simboli presenti nelle favole possono superare con più facilità gli ostacoli disseminati dalla realtà sul loro cammino. A scuola, prima ancora di mettere in cantiere la favola di Qīng, abbiamo iniziato a leggere loro delle storie tutte le sere, così che ci sentissero vicini anche da lontano, proprio come si racconta in Sotto lo stesso cielo. In questo modo, attraverso le vicende dei personaggi, hanno potuto rivivere i propri sentimenti per affrontarli, esorcizzarli e attraversarli con meno traumi".

Valentina Giorgio, che ha realizzato il montaggio del video, spiega che, con l’aiuto dell’associazione Cnis Vercelli (Coordinamento nazionale insegnanti specializzati), la "Storia di Qīng e Yuè" è stata tradotta in dodici lingue. Tutte le parti coinvolte nella traduzione hanno aderito su base volontaria fornendo spontaneamente il proprio aiuto. Stefania Spanedda tiene molto a ringraziare l’Angi, "l’associazione della comunità cinese di Torino, e la squadra di traduttori cinesi. Con il loro aiuto, la Storia di Qīng e Yuè è stata tradotta subito". Tutti loro sperano di diffondere questa storia fra le famiglie di ogni nazionalità, perché ne possano trarre conforto in questo periodo complicato. "Non avrei mai immaginato che tutto questo lavoro potesse avere un riscontro così positivo anche nelle famiglie dei bambini. È di fatto una lezione a distanza, ma a me piace anche definirla una lezione di vicinanza, perché alla fine in questo modo ci sentiamo tutti vicini, e sotto lo stesso cielo. Non c’è un messaggio più bello di questo".

Spanedda e la sua squadra hanno registrato tante reazioni positive al loro lavoro. Oltre che dall’Italia, hanno ricevuto ringraziamenti anche dalla Croazia e dalla Russia. Ognuno infatti ha trovato nella fiaba dei significativi riferimenti alla propria cultura. Dopo aver letto la storia, molti bambini italiani hanno disegnato i propri Qīng e Yuè, elaborandone i profili attraverso l’immaginazione. La maestra Spanedda ha in programma di riunire questi disegni in un unico album fotografico per poi consentire ai bambini di condividere con i compagni e con gli amici i propri prodotti artistici.

E conclude: "Mi piace molto ascoltare i bambini, ci confrontiamo parecchio durante le lezioni, e li vorrei incoraggiare a non perdere la speranza, ad avere sempre uno o più sogni e desideri nel cassetto, perché questo ci aiuta a stare bene e a superare anche queste avversità".

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