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Lo Stato islamico tende la mano ad al Qaeda

Citando Osama bin Laden, il nuovo califfo dello Stato islamico tenta di ricucire lo strappo con al Qaeda

Lo Stato islamico tende la mano ad al Qaeda

“Inizia una nuova era per il Califfato”. È quanto scrive lo Stato islamico nell'eulogia funebre dedicata ad Abu Bakr al-Baghdadi pubblicata nel 207° numero del settimanale al-Naba. Tra i principi della Jihad menzionati nel testo, lo Stato islamico cita anche Osama bin Laden. Potrebbe essere il primo tentativo del nuovo califfo Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi di ricucire lo strappo con al Qaeda. Una fusione tra le due organizzazioni si tradurrebbe in una forza terroristica dalle dimensioni e dell’influenza agghiaccianti.

Da dove abbiamo scaricato la nostra copia di al-Naba

Questa volta abbiamo scaricato la nostra copia direttamente dai canali ufficiali dello Stato islamico, anticipando la diffusione sui canali YouTube e Twitter. Abbiamo spiegato in precedenza le procedure settimanali per la diffusione di al-Naba su YouTube.

Stato islamico, il 207° numero di al-Naba

Puntuale da quasi cinque anni, questa notte è stato pubblicato il nuovo numero di al-Naba, il settimanale dello Stato islamico. Al-Naba esce nella notte tra giovedì e venerdì di ogni settimana da quasi cinque anni. A differenza del precedente numero (otto pagine), il 207esimo consta regolarmente di dodici pagine. Come di consueto, stile e contenuti basilari per una forma di indottrinamento essenziale, ma concepita per un preciso target di riferimento. Nel 207esimo numero di al-Naba troviamo la solita infografica giocattolosa (pagina due) con i dati del “raccolto settimanale”. Solitamente è la parte più condivisa sulla rete poiché quella disponibile senza ricerche. A pagina tre troviamo l’eulogia funebre dedicata ad Abu Bakr al-Baghdadi. E’ un testo semplice, chiaro e diretto. Andrebbe letto con attenzione. Tra "gli Imam ed i principi della Jihad”, lo Stato islamico menziona Osama bin Laden.

L'eulogia funebre per Abu Bakr al-Baghdadi

"Il cuore afflitto e l'occhio strappato. E ti lascerò Abu Bakr. Accettiamo solo ciò che piace a nostro Signore. Da lui tutti dobbiamo ritornare. Ecco, il fedele sceicco è morto. Mujahid Abu Bakr al-Baghdadi, possa Dio accettarlo. Per Allah Onnipotente, che la sua possa essere la fine a cui tutti aspirano. Mujahid, per l'amor di Dio, da quando ha iniziato la sua jihad quindici anni fa. Nonostante le afflizioni patite in vita, ha sempre compiuto buone azioni. Guardiano dei musulmani, Allah è il suo compagno”.

"Imam e principi di jihad come Abu Musab al-Zarqawi, Abu Omar Al-Baghdadi, Abu Hamza al-Muhajir, Osama Bin Laden, accettati da Allah Onnipotente. Hanno trascorso la loro vita a colpire i crociati o a far esplodere le loro cinture. Chiediamo ad Allah di riunirli".

Il comandante dei fedeli è morto, ma rimane saldo il suo stendardo contro il politeismo e l’impurità. Lo sceicco Abu Bakr al-Baghdadi è stato ucciso dopo che i suoi più grandi soldati hanno combattuto contro i nemici di Dio. Grazie a lui, ogni giorno vi è notizia della morte degli apostati nei paesi musulmani guidati da tiranni. Il califfato non è finito. I politeisti oggi hanno posto fine alla loro esistenza. Oggi lo Stato islamico rinasce, con il permesso di Allah Onnipotente, in un nuovo palcoscenico. La sua jihad è purificare la terra dalla profanazione, dal politeismo e dell’oscurità. Chi si rallegra della sua scomparsa ignora che lo Stato Islamico è diventato un califfato che include i musulmani di ogni dove. Come ha detto lo sceicco Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, Possa Dio proteggerlo, “Non rallegrarti troppo. Gli orrori che hai visto saranno un dolce ricordo”.

La fedeltà al nuovo califfo

A pagina quattro troviamo la locandina del video The Punishment of the Criminals che abbiamo analizzato poche ore fa. Non dobbiamo mai dimenticare che al-Naba opera anche come vetrina promozionale per tutte le produzioni ufficiali dello Stato islamico. Segue poi l’infinita sequela di attentati rivendicati, impossibili da confermare in maniera indipendente. Due la pagine (otto e nove) dedicate ai giuramenti di fedeltà al nuovo califfo. Lo Stato islamico pubblica quattordici foto provenienti, secondo i terroristi, da altrettante “province”. A pagina dieci ritroviamo l’approfondimento teologico, assente nel precedente numero. Come di consueto, la penultima pagina di al-naba è dedicata alle news inquadrate nell’ottica jihadista. Una distorta reinterpretazione per fini propagandistici degli avvenimenti internazionali. La cronaca internazionale è interpretata sotto la lente della religione, per quel binomio inscindibile volere divino-conseguenze terrene. I jihadisti amano distorcere la realtà, mentre la strategia mediatica occidentale per confutare tali posizioni resta debole.

L’ultima pagina del settimanale ospita, come di consueto, la seconda infografica del numero. Ad esempio l’ultima pagina del 205° numero di al-Naba ospita una infografica dedicata al rischio delle telecamere di videosorveglianza. È una sorta di guida da seguire per compiere attentati. Fino a poco tempo fa un testo del genere lo avremmo ritrovato su Rumiya. L’infografica di chiusura del 207° numero di al-Naba è dedicata alla cronologia degli eventi più significativi della vita di al-Baghdadi.

Lo Stato islamico tende la mano ad al Qaeda

Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, califfo dello Stato islamico, nella eulogia funebre dedicata a Abu Bakr al-Baghdadi, sceglie di menzionare anche Osama bin Laden. Siamo probabilmente davanti al primo esempio della strategia del nuovo califfo di cui, ancora oggi, ignoriamo praticamente tutto. Osama bin Laden suscita particolare fedeltà e rispetto fra i terroristi. Il fondatore carismatico di al Qaeda è (quasi) universalmente venerato dal movimento jihadista globale. Sarebbe opportuno rilevare che poco dopo la morte di Osama bin Laden, avvenuta nel maggio del 2011, Abu Bakr al-Baghdadi spese parole importanti per il fondatore di al Qaeda.

Il martirio del nostro sceicco porterà maggiore unità e fermezza tra i suoi compagni mujaheddin. Dico ai nostri fratelli di al Qaeda con il mujahid Ayman al-Zawahiri in testa, che Allah possa preservare lui e i suoi fratelli, che avete nello Stato Islamico un gruppo di uomini leali che perseguono lo sforzo della verità e che non perdoneranno mai e non dimenticheranno mai”. Ovviamente tale deferenza nei confronti della leadership di al Qaeda mutò nel tempo. Al-Baghdadi sfidò apertamente Ayman al-Zawahiri all'inizio del 2013.

Nel 185° numero di al-Naba, analizzando il tema della rivalità tra le due organizzazioni terroristiche, lo Stato islamico affrontò il nocciolo della questione.

Le differenze tra lo Stato islamico ed al Qaeda non sono di natura politica, ma riguardano questioni di fede”.

Al Qaeda, secondo lo Stato islamico, supporterebbe gli apostati contro l’Islam. Al Qaeda, invece, sostiene che lo Stato islamico trae ispirazione dall'ideologia Khawarij, rappresentando una minaccia letale per l'intero Islam. In realtà il più grande ostacolo alla riconciliazione tra le due organizzazioni terroristiche era la rivalità tra al-Baghdadi e Zawahiri.

Il nuovo palcosenico

Abu Bakr al-Baghdadi è morto. Ayman al-Zawahiri è molto malato. Il canale responsabile di tutte le comunicazioni ufficiali di al Qaeda continua a promuovere i suoi audiolibri (anche su CD), ignorando da oltre cinquanta giorni gli eventi internazionali. E di Ayman al-Zawahiri nessuna traccia. Al Qaeda, ad esempio, continua ad ignorare la presunta morte di Hamza bin Laden. Nessun commento sulla morte di al-Baghdadi.

Una fusione tra al Qaeda e lo Stato islamico?

Numerosi fattori supportano questa possibilità. Le due organizzazioni condividono ideologie simili. Ci si dimentica, infatti, che lo Stato islamico ed al Qaeda aderiscono ai medesimi principi esposti per la prima volta dallo studioso islamico palestinese Abdullah Azzam: “È obbligo per i musulmani difendere i loro fratelli ovunque siano minacciati”. Stato islamico ed al Qaeda ribadiscono puntualmente che un'aggressiva guerra predatoria è condotta contro l'Islam dagli infedeli (occidentali, apostati, minorane musulmane e sciiti). In quello che è rappresentato come scontro di civiltà, è quindi necessaria una jihad globale per sconfiggere il nemico. L’eulogia funebre dedicata a Abu Bakr al-Baghdadi potrebbe essere il primo tentativo diplomatico di ricucire lo strappo con al Qaeda. O il primo tentativo di ammorbidire le posizioni con la futura leadership dell’organizzazione terroristica. Un invito a pensare al futuro, probabilmente prossimo.

Se così fosse, Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi ritiene ormai contati i giorni di al-Zawahiri. Qualora superassero le divergenze (come sulla creazione di un sistema politico islamico e sul riconoscimento della leadership a guida della comunità musulmana), quella fusione darebbe vita ad una forza terroristica delle dimensioni e dall’influenza agghiaccianti.

La forza combinata dei due gruppi potrebbe rivelarsi abbastanza convincente da persuadere anche i gruppi jihadisti rivali in diverse regioni.

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