L’amministrazione Trump ha ultimamente promosso un inasprimento della linea del rigore in ambito migratorio.
Il tycoon ha infatti predisposto in questi giorni un memorandum che delinea i tratti essenziali della sua riforma della normativa sull’immigrazione. Le modifiche propugnate dalla Casa Bianca mirano appunto a rendere più difficile per gli stranieri entrare negli Usa e sono state immediatamente bollate come “aberranti” da diverse ong umanitarie.
In primo luogo, il piano di riforma predisposto dal presidente americano prevede l’introduzione di una “tassa” a carico dei richiedenti asilo. In base al memorandum in questione, costoro, per sottoporre agli uffici-immigrazione statunitensi le loro istanze di protezione internazionale, dovranno infatti pagare una tariffa commisurata ai costi sostenuti dai funzionari federali per la disamina di queste ultime. Nel documento redatto dall’esecutivo di Washington non viene però quantificata la somma che gli aspiranti profughi dovranno sborsare per presentare domanda di asilo alle autorità Usa. Il valore della tassa, spiega lo stesso memorandum, verrà specificato da un apposito ordine esecutivo che Trump dovrebbe adottare “entro agosto”.
Il piano del magnate in ambito migratorio mira inoltre a vietare alle imprese nazionali di assumere richiedenti asilo colpevoli di essere entrati illegalmente in territorio americano. Attualmente, la legislazione federale riconosce agli stranieri che hanno presentato istanza per ottenere lo status di rifugiati, indipendentemente dal fatto che siano giunti negli Usa in maniera regolare o clandestina, il diritto di essere assunti dalle aziende statunitensi in attesa che gli uffici-immigrazione si pronuncino sulle loro domande di protezione internazionale. Le modifiche promosse da Trump intendono invece mettere fine a tutto questo, stabilendo il principio secondo cui l’immigrato, aspirante profugo o meno, che entra in America al di fuori delle vie legali non potrà mai ottenere opportunità di lavoro da parte degli operatori economici nazionali.
Un’ulteriore innovazione contenuta nel progetto di riforma delineato dalla Casa Bianca è l’introduzione di un “limite temporale” entro il quale gli uffici-immigrazione dovranno pronunciarsi sulle domande di asilo presentate dai migranti. Secondo il memorandum sottoscritto dal tycoon, i funzionari federali non potranno impiegare, per la disamina delle richieste di protezione internazionale, più di “180 giorni” dalla presentazione delle stesse e se tale termine dovesse scadere senza che le autorità abbiano attestato la fondatezza delle istanze, queste dovranno considerarsi “respinte”.
Le modifiche normative caldeggiate dal presidente sono di fatto ancora sulla carta e per divenire effettive dovranno tradursi in ordini esecutivi e provvedimenti legislativi. Il memorandum in questione, rappresentativo della volontà del magnate di inasprire la linea del rigore sul fronte-immigrazione, ha però immediatamente suscitato l’indignazione di numerose organizzazioni per i diritti umani.
Ad esempio, l’associazione newyorchese Center for Constitutional Rights ha attaccato la proposta
dell’introduzione di una tassa per la disamina delle istanze di asilo, accusando Trump di volere “estorcere denaro a chi giunge in America spogliato di qualsiasi avere e con indosso a malapena qualche straccio.”- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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