Lo studio Onu: "Le politiche Ue in Libia aumentano le rotte dei trafficanti"

La denuncia di "Reach-initiative", che monitora la situazione dei diritti dei migranti in Libia. Aumentano gli ingressi da Algeria e Ciad e cresce il numero di migranti detenuti nei centri

Lo studio Onu: "Le politiche Ue in Libia aumentano le rotte dei trafficanti"

Le politiche attuate dall'Unione europea in Libia nell'ultimo anno e mezzo per fronteggiare la crisi dei migranti non solo non hanno interrotto il flusso del traffico degli esseri umani ma al contrario hanno invece determinato un moltiplicarsi delle rotte interne al Paese africano.

Lo denuncia un rapporto di "Reach-initiative", centro di ricerca finanziato dall'Unhcr, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati e i richiedenti asilo. L'aumento dei controlli da parte del personale della guardia costiera e l'apertura di nuovi grandi centri di raccolta per i migranti nella parte orientale della Libia hanno causato un indesiderato effetto boomerang.

"I punti di partenza lungo la zona costiera si sono moltiplicati, con un particolare aumento dei centri dei trafficanti lungo la costa orientale, in particolare a Tobruk, Ejdabia, Jalu, Marada e Sirte", si legge nello studio. L'aumento dei controlli da parte delle autorità militari e civili del Niger, inoltre, ha prodotto un intensificarsi degli ingressi clandestini da Algeria e Ciad: la rotta del Sahara non si è mai interrotta ma si è semplicemente spostata.

Inevitabile che questo stato di cose si traducesse - come si è tradotto - in un aggravarsi della situazione nelle città costiere del nord della Libia, dove migliaia di persone sono ammassate in strutture detentive le cui condizioni, nonostante gli impegni delle autorità tripoline e degli osservatori internazionali, continuano purtroppo a non migliorare.

I migranti, spesso privati della libertà, sono abbandonati in strutture di fortuna e sono esposti al pericolo di violenze, ricatti ed estorsioni da parte delle tante milizie armate, con episodi non sporadici di schiavitù e di violenze sessuali nei confronti di uomini e donne.

"Il numero di rifugiati e migranti trattenuti per lunghi periodi con libertà di movimento limitata all'interno di capannoni e

sistemazioni non sicura nelle località costiere è aumentato", si legge ancora nel rapporto. Una situazione di sistematica violazione dei diritti umani che purtroppo, nonostante le tante promesse, non sembra accennare a migliorare.

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