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Migranti, la Bulgaria sfida la Ue: "Seguiremo la linea di Orban"

Il governo di Sofia non metterà in atto le direttive dettate da Bruxelles. E rivendica la propria vicinanza alle posizioni ungheresi

Migranti, la Bulgaria sfida la Ue: "Seguiremo la linea di Orban"

Il ministro degli Esteri e del Commercio Estero dell’Ungheria Péter Szijjártó ha avuto un lungo incontro con il suo omologo bulgaro Daniel Mitov a Sofia. I due ministri hanno discusso della proposta della Commissione europea sulle quote di accoglienza obbligatoria dei migranti e si sono trovati d’accordo nel definire inaccettabile la proposta che prevede pene pecuniarie nei confronti dei paesi che rifiutano il sistema delle quote.

Il governo ungherese e quello bulgaro sfidano dunque apertamente la Ue e dichiarano che non metteranno in atto le direttive provenienti da Bruxelles. Una posizione, questa, non nuova da parte di Budapest, che da tempo si è ormai reso noto per volere disegnare un’Europa alternativa a quella attuale, fondata su “Stati sovrani e democrazie illiberali”, come lo stesso Orban ha più volte ripetuto.

In questa direzione il parlamento magiaro ha approvato a larga maggioranza un referendum che il prossimo ottobre chiederà ai cittadini di esprimersi circa la questione migratoria. La domanda a cui gli ungheresi dovranno rispondere è la seguente: “Vuole che l’Unione Europea possa prescrivere il collocamento obbligatorio di cittadini non ungheresi in Ungheria anche senza il consenso del Parlamento ungherese?”

Il governo ha spiegato la necessità di un referendum in questo modo: solo gli ungheresi possono decidere con chi vogliono vivere nel loro paese; ciò non può essere imposto da Bruxelles. Una decisione, questa, che rivendica l’autonomia dei processi decisionali dell’Ungheria dalla Ue, nonostante ne sia un membro. Orban ha più volte sottolineato di voler coinvolgere più Paesi europei possibili in questa sua forma di dissidenza. Per questo la diplomazia ungherese ha, negli ultimi mesi, intrattenuto, stretti rapporti con quella bulgara, tramite anche contatti diretti tra i due presidenti. La decisione odierna mostra come in questo momento la Bulgaria si fidi di più di Budapest che di Bruxelles. Un precedente, questo, che in Ungheria sperano possa ripetersi.

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