Supercar abbandonate a Dubai: ecco la verità

Dietro ai presunti "cacciatori di supercar" si nascondono truffe alle quali molti italiani abboccano

Supercar abbandonate a Dubai: ecco la verità

“Cacciatore di supercar”: è questa la nuova professione che molte aziende, perlopiù straniere, offrono a giovani ambiziosi e senza scrupoli. I requisiti richiesti sono essere appassionati di supercar e saper riconoscere caratteristiche e rarità, in modo da valutare il valore potenziale sul mercato prima che vengano individuate dalla polizia emiratina, che solitamente le sequestra e poi le mette all’asta a prezzi stracciati.

Ma a differenza delle tantissime fake news pubblicate sul web, Youtube, giornali e blog, chi propone questo genere di “affari” lo fa perlopiù in cattiva fede.

Prima di tutto, a Dubai non è previsto il reato di “evasione fiscale” (visto che non si pagano le tasse). Il motivo dell'abbandono delle auto sono le frodi finanziarie. Le auto di lusso vengono comprate a rate e non venendo poi pagate regolarmente, vengono lasciate per strada, con relativa fuga dell'intestatario (per evitare ripercussioni dalla finanziaria). Oppure l’auto viene pagata, ma l'intestatario ha magari dei debiti, tipo assegni postdatati, e quindi abbandonano il mezzo, fuggendo dal Paese (per evitare ripercussioni dai creditori).

“Alcuni improvvisati cacciatori di questi tesori a quattro ruote, che magari prima facevano mestieri di tutt’altro genere, pensano di reinventarsi broker di auto di lusso abbandonate negli Emirati Arabi Uniti - spiega Daniele Pescara, finanziere veneto, titolare della società Falcon Advice con sede a Padova e Dubai, che aiuta le aziende italiane ad aprire società negli Emirati - Ancora una volta ci troviamo di fronte a “specchietti per le allodole” dai quali gli italiani vengono ammaliati. Basta girare i vari parcheggi sotterranei dei grattacieli di Dubai per rendersi conto che le auto di lusso abbandonate sono veramente tante”.

Solo il deposito di Sharja, città a pochi chilometri da Dubai, ne conta 2mila, tra auto normali e di lusso. Rolls-Royce, Ferrari, Bentley, Maserati, Lamborghini, tutte coperte dalla sabbia del deserto. “Ma da qui a guadagnarci qualcosa ce ne corre e bisogna stare attenti – spiega Pescara -. Famiglie oneste presenti da molte generazioni a Dubai e che fanno import/ export di auto di lusso, perlopiù con la Germania, esistono, e sono loro ad avere mezzi economici, logistici per poterci guadagnare su questo mercato, chiuso ed inaccessibile alla massa. I truffatori, invece, sono di due specie: il commerciante improvvisato che pubblica le foto dell'auto abbandonata su internet e si fa mandare gli acconti dall'Italia (ci sono anche concessionarie italiane che lo fanno) e poi ovviamente non spediscono né l'auto, né restituiscono la caparra. Ad esempio una Porsche 911 piena di polvere a 45mila dollari, che ha un valore di mercato in Italia di 70mila. Loro chiedono 5mila dollari di caparra ai quali poi aggiungono i dazi doganali, l'Iva, il trasporto e così via, finché l’ignaro compratore non si accorge che si tratta di una truffa. Poi ci sono presunti consulenti che con 6/7mila dollari ti aprono delle società di import/export delle suddette auto, promettendo guadagni stratosferici, e che in realtà sono bufale.

Attenti agli speculatori, Dubai ne è piena, rivolgetevi solo a società serie”.

La Falcon Advice, solo nel mese di luglio ha ricevuto 12 richieste da parte di privati interessati ad aprire società nel campo dell’import/export di auto, domande che ovviamente sono state tutte respinte.

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