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La Svizzera ha chiuso la sua prima centrale nucleare

Il reattore di Mühleberg, il più antico di tutta la Svizzera, è stato chiuso dopo 47 anni di attività. Il motivo principale? I costi troppo elevati

La Svizzera ha chiuso la sua prima centrale nucleare

La Svizzera ha spento la sua prima centrale nucleare. Si tratta del reattore di Mühleberg, situato a pochi chilometri dalla città di Berna e in attività da 47 anni.

Lo scorso 20 dicembre le prestazioni del reattore sono state gradualmente ridotte fino allo spegnimento definitivo registrato intorno alle 12:30. Se questo processo è durato appena tre secondi, discorso diverso deve essere fatto per lo smantellamento dell'intera centrale. Secondo quanto riferito dalla stampa svizzera, le operazioni prenderanno il via all'inizio del 2020 e si concluderanno entro il 2034. In quella data, nel caso in cui non dovessero esserci intoppi, al posto della centrale nucleare sorgerà un manto verde esteso come undici campi da calcio.

Gli abitanti di Mühleberg, cittadina che conta circa 3mila anime, sono soddisfatti. D'altronde con un reattore mastodontico a due passi da casa – ripetono quasi all'unisono – non c'è mai da stare tranquilli. La centrale in questione era la più vecchia di tutta Svizzera nonché la prima delle cinque ad essere stata attivata.

Come ha spiegato Repubblica, il Canton Berna è stato progettato negli anni '60. Per realizzarlo, la Svizzera ha sborsato 302 milioni di franchi. Aveva una capacità di 373 megawatt, 3000 gigawattora di elettricità all'anno e contribuiva a coprire il 5% della domanda elettrica nazionale. Ma aveva anche un lato oscuro, strettamente connesso con i migliaia di franchi che l'amministrazione ha dovuto sborsare nel corso del tempo per provvedere alla sua manutenzione e a quella del paesaggio circostante.

La deputata dei Verdi al Consiglio Nazionale, Greta Gysin, ha esultato per la storica decisione del Paese: “Per la Svizzera si tratta di un passo storico. Seguiremo con la massima attenzione tutti i passaggi necessari per la disattivazione e per lo smaltimento del materiale radioattivo”.

Costi troppo alti

Per quale motivo il reattore è stato chiuso? No, non c'entra niente il gretismo che nell'ultimo periodo si è diffuso in tutta l'Europa. E non c'entrano neppure le paure di Berna nell'utilizzare l'energia nucleare. O, almeno, questi due fattori non sono le cause principali dello spegnimento della centrale.

Innanzitutto c'è da considerare il referendum tenutosi nel 2017 con il quale gli svizzeri hanno espresso la volontà di salutare il nucleare gradualmente ed entro il 2034. A seguire, e questo è il nocciolo della questione, ci sono motivazioni di natura economica. Gli investimenti necessari per rendere il reattore sicuro sono stati ritenuti troppo cari da Bkw, proprietario dell'impianto.

Le macchine sono così state fermate. Ma le circa 3000 tonnellate di scorie radioattive dovranno essere smaltite seguendo rigorosi iter. In attesa di capire dove costruire un deposito in strati geologici per accoglierli, nel 2024 questi rifiuti verranno trasportati momentaneamente nel deposito di Würenlingen, dove nel frattempo saranno depotenziate.

L'intera operazione di smantellamento ha un costo di 2,3 miliardi di franchi, di cui 611 milioni solo per la disattivazione del reattore. I soldi provengono da un fondo pubblico controllato dallo Stato e alimentato da Bkw. In altre parole, lo smaltimento delle scorie sarà pagato da chi le ha prodotte.

E che fine faranno i 200 lavoratori dell'impianto dismesso? A quanto pare saranno tutti reimpiegati.

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