Il Taj Mahal sparisce dalle mete indiane. "Fatto dai musulmani"

Per gli estremisti indù è il simbolo di un potere oppressore e islamico

Il Taj Mahal sparisce dalle mete indiane. "Fatto dai musulmani"

Sembra un controsenso ma il Taj Mahal, che per il mondo è una meraviglia riconosciuta dall'Unesco, in India è in grado di scatenare polemiche. Sufficienti a farlo sparire dalle guide turistiche, per la convinzione dell'ultradestra nazionalista che non sia uno dei monumenti più maestosi che il Paese abbia da offrire, ma piuttosto una "macchia" nella sua storia.

Una macchia legata al periodo dei Mogul musulmani, quando il Mausoleo dell'Amore fu costruito e che per le frange hindu più estreme rappresenta un'invasione da parte di una potenza straniera e religiosamente estranea al sub-continente. Una visione volta a sminuirne il valore e che ha portato il governo locale, nello Stato dell'Uttar Pradesh, a cancellarlo dalle brochure con i principali luoghi d'interesse.

Il Taj Mahal fu costruito da un imperatore musulmano e c'è chi sostiene che i terreni furono sottratti al Maharaja hindu di Jaipur, in cambio di una manciata di villaggi.

Il monumento di Agra, di epoca Moghul, è un simbolo dell'India nel mondo. Ma non abbastanza "indù" per finire sui pamphlet turistici.

L'ultradestra è chiara: "Non è abbastanza indiano". Non vale una visita?

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