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Putin ora punta la Bielorussia: "Mosca è pronta a intervenire"

La Russia rassicura Lukashenko: Mosca rispetterà le procedure previste dal Collective Security Treaty e scenderà in campo a sostegno di Minsk in caso di "minacce militari esterne"

Putin ora punta la Bielorussia: "Mosca è pronta a intervenire"

In una telefonata di fuoco Vladimir Putin ha garantito ad Aleksandr Lukashenko che Mosca è pronta a fornire alla Bielorussia tutto l'aiuto possibile, se necessario compreso quello militare, per raddrizzare la situazione all'interno del Paese e respingere le pressioni esterne. I due leader hanno discusso in merito alle crescenti proteste che stanno squarciando Minsk da ormai sette giorni. L'annuncio è arrivato direttamente dal Cremlino. Si tratta del secondo colloquio telefonico tra Putin e Lukashenko in meno di 48 ore.

Giornata di manifestazioni

Ricordiamo che oggi, nella capitale bielorussa, è la giornata della "grande marcia per la libertà", a una settimana dall'inizio del vasto movimento di protesta che contesta la rielezione del presidentissimo Lukashenko, in sella da 26 anni e riconfermato per il suo sesto mandato.

Prima dell'evento citato è andata in scena una manifestazione filo-governativa, nella quale il leader bielorusso ha ringraziato i suoi sostenitori giunti da tutte le regioni del paese. "Grazie non mi avete deluso", ha detto il capo dello stato rivolgendosi ai presenti e li ha invitati a non agire per proteggere lui, ma piuttosto "l'indipendenza del Paese".

Lukashenko ha chiarito inoltre la sua posizione: "Se ripetessimo le elezioni moriremmo come Stato sovrano. Le elezioni si sono tenute e non posso essere state falsate per l'80 per cento delle persone", ha spiegato alla folla.

Il comunicato del Cremlino

Nel frattempo, lontano dalle piazze, la diplomazia russa si è attivata per supportare Minsk. L'agenzia bielorussa Belta ha fatto sapere che "alla prima richiesta, la Russia fornirà assistenza totale per garantire la sicurezza della Bielorussia".

Putin e Lukashenko hanno "riaffermato l'accordo per cui nel caso di un aggravarsi della situazione in termini di minacce esterne, le parti reagiranno congiuntamente in conformità con le disposizioni fornite dal Collective Security Treaty". Detto altrimenti, Mosca rispetterà le procedure previste da un "patto militare congiunto" e scenderà in campo qualora dovessero arrivare "minacce militari esterne".

Il Cremlino ha comunicato che la Bielorussa starebbe subendo non meglio precisate pressioni esterne. Il governo russo non ha fornito ulteriori dettagli; ha semplicemente detto di essere pronto a supportare l'alleato.

Una situazione tesissima

L'Unione europea, intanto, ha imposto sanzioni sul Paese. Lukashenko non ha potuto far altro che cercare (e trovare) la sponda di Putin, che, dal punto di vista geopolitico, considera la nazione bielorussa un fortino strategico da difendere con le unghie e con i denti. Bruxelles ha reagito disconoscendo l'esito del voto che ha conferito a Lukashenko il suo sesto mandato. Migliaia di cittadini stanno manifestando dal 9 agosto accusando il presidente di aver truccato le elezioni.

Lukashenko, al potere dal 1994, ha replicato di "non aver bisogno di governi stranieri, di intermediari" e ha assicurato che Mosca aiuterà la Bielorussia a "garantire la sicurezza" dopo una prima telefonata con il presidente russo Vladimir Putin.

In merito all'accordo militare con la Russia, Lukashenko ha usato parole emblematiche: "A proposito della componente militare, abbiamo un accordo con la Federazione russa nella cornice dell'accordo di unione fra i Paesi" e "questi sono momenti che rientrano in questo accordo".

Oggi è scattato un secondo contatto tra i due leader, con Mosca che ha risposto presente.

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