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Tensione alla frontiera tra Colombia e Venezuela

Un clima di tensione dovuto al contrabbando ha spinto Maduro a chiudere le frontiere. Rimpatri forzati ed espulsioni per migliaia di colombiani

Tensione alla frontiera tra Colombia e Venezuela

Spari di pistole automatiche e poi di fucile a canne mozze. Al suolo, feriti, rimangono tre poliziotti venezuelani e un civile, invece illesi e pronti a darsi alla fuga ci sono tre contrabbandieri colombiani. Lo scontro a fuoco tra le guardie frontaliere venezuelane e i trafficanti del Paese limitrofo é avvenuto a fine agosto. Un problema, quello del contrabbando di merci dalla Colombia al Venezuela che è endemico, un questione ontologica e intrinseca nella porosa frontiera che separa i due paesi.

Ma l'episodio però non ha lasciato indifferente il governo di Caracas. Immediata infatti è stata la reazione del Presidente Maduro che, dopo lo scontro a fuoco, ha provveduto a militarizzare la frontiera e a espellere migliaia di cittadini colombiani che vivevano illegalmente nel Paese, oltre che ordinare retate, imporre il sequestro delle merci e provvedere all'arresto di presunti contrabbandieri.

La situazione però è tornata ad inasprirsi nelle ultime ore. L'erede di Chavez ha infatti bloccato ulteriori chilometri di confine e se i motivi da un lato si celano dietro a proclami di un barricaderismo socialista d'antan, come “attentati contro la rivoluzione” o frase pronunciate dall'omologo colombiano e ritenute offensive, quali “la rivoluzione bolivariana si sta auto-distruggendo”; nel concreto però la realtà parla di 1400 colombiani deportati e 18000 che hanno scelto di rientrare nel loro Paese.

E difronte a questo stato di emergenza, lapidario è stato invece il commento di Jessica Faieta dell'Undp in America Latina: « Quella in corso, tra Venezuela e Colombia è una crisi umanitaria».

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