Mondo

"Sono i nostri schiavi neri". Le aste dell'orrore in Texas

Il mercato degli schiavi su Snapchat è stato bollato dai vertici della scuola come un episodio di cyber-bullismo, senza implicazioni razzistiche

"Sono i nostri schiavi neri". Le aste dell'orrore in Texas

Negli Stati Uniti, in cui gli strascichi del segregazionismo e delle discriminazioni razziali continuano a essere oggetto di dibattito, sta destando scalpore il caso del “mercato degli schiavi” organizzato sul web da alcuni liceali bianchi del Texas. Gli studenti in questione avevano infatti creato sulla applicazione per smartphone Snapchat un vero e proprio spazio di contrattazione in cui venivano quotati da loro i compagni di scuola afroamericani. Tale scandalo riguarda alunni del Daniel Ninth Grade Campus, nella cittadina di Aledo, nel nord dello Stato Usa. La scuola citata è sempre stata caratterizzata dalla quasi totalità di studenti bianchi, con meno di una decina di diplomati neri ogni anno a fronte di quasi 400 diplomati bianchi.

Nel dettaglio, i liceali incriminati, i cui nomi non sono stati ancora rivelati, avevano ideato una chat su Snapchat chiamata ''Slave Trade'', ossia tratta degli schiavi, in cui assegnavano un prezzo ai compagni di scuola afroamericani modificando di volta in volta la quotazione in base ad abbigliamento, pettinatura, comportamenti dei compagni oggetto di transazioni. Nella chat, ad esempio, uno studente di colore era stato valutato ''100 bucks'', che, in gergo, sarebbero 100 dollari, mentre un altro ragazzo nero era stato quotato solamente un dollaro, con quei liceali bianchi che avevano scritto a proposito nella chat: "Il prezzo sarebbe migliore se i suoi capelli non facessero così schifo". Il gruppo di conversazione aveva inoltre scelto come simbolo un emoji che raffigurava un poliziotto bianco che punta la pistola contro un contadino afroamericano, con la chat che ribolliva costantemente di insulti razzisti e di commenti ironici discriminatori.

Secondo la stampa Usa, il mercato digitale degli "schiavi" sarebbe stato scoperto dai vertici dell’istituto due settimane fa, con la dirigenza scolastica che avrebbe avvertito le forze dell’ordine e preso subito provvedimenti contro gli ideatori della chat. Un rappresentante del distretto scolastico di Aledo ha però fatto sapere di non potere rivelare al pubblico i provvedimenti presi contro i liceali implicati nella vicenda. Ai sensi del regolamento del Daniel Ninth Grade Campus, un alunno responsabile di molestie o intimidazioni contro i compagni può essere trasferito o in un’altra classe o proprio in un’altra scuola.

Per il momento, i vertici della scuola bollano l’episodio come un caso di cyber-bullismo, senza rimarcare la valenza razzistica dell’iniziativa di quegli alunni bianchi. I rappresentanti texani delle associazioni per i diritti civili e i genitori degli studenti neri sostengono invece che in tale scandalo sia centrale il tema del pregiudizio etnico e delle discriminazioni.

Le associazioni citate, in particolare, hanno condannato la creazione della chat ''Slave Trade'' bollandola come diretta a “disumanizzare” tutti i liceali afroamericani.

Commenti