Guerra in Ucraina

"Smilitarizzare l'Ucraina": la richiesta di Lavrov

Il ministro degli Esteri russo ha rilasciato una lunga intervista alla tv francese Tf1 e ha toccato tutti gli argomenti più caldi riguardanti l'Ucraina

Torna a parlare Sergej Lavrov: "Chiediamo smilitarizzazione dell'Ucraina"

Dopo l'intervista rilasciata il primo maggio a Zona Bianca su Rete Quattro, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov è tornato a parlare in una tv del Vecchio Continente e, in particolare, ha rilasciato diverse dichiarazioni alla francese Tf1.

Il titolare della diplomazia russa ha toccato diversi punti riguardanti ovviamente in primo luogo l'Ucraina. Partendo dalla situazione attuale relativa al dialogo con l'occidente. “Noi – ha dichiarato – non abbiamo mai chiuso la porta del dialogo. Lo stesso presidente Putin, e tutti lo sanno, non rifiuta mai la richiesta di un omologo che vuole parlare con noi”. E a proposito del capo del Cremlino, Lavrov ha risposto anche a una domanda sulle condizioni di salute. “Putin – ha detto – non è affatto malato, non manifesta mai alcun sintomo, basta vederlo”.

“Chiederemo la smilitarizzazione dell'Ucraina”

Soffermandosi sui negoziati e sul dialogo tra Mosca e l'occidente, Lavrov è tornato su uno dei concetti maggiormente rimarcati dalla Russia soprattutto all'inizio dell'avventura bellica in Ucraina. Ossia quello legato alla smilitarizzazione. “Chiederemo – ha dichiarato ai giornalisti di Tf1 – la smilitarizzazione di Kiev”.

Un argomento su cui Mosca non vuole compromessi. Secondo la visione del Cremlino, l'Ucraina deve essere messa in condizioni di non recare problemi alla sicurezza della Russia. Questo include, oltre che la smobilitazione degli arsenali di Kiev, anche la neutralità del Paese e il non ingresso nella Nato.

“Il nostro obiettivo è la liberazione del Donbass”

Lavrov ha poi risposto alle domande inerenti gli attuali obiettivi delle truppe russe impegnate nelle operazioni. “Noi – ha dichiarato – non ci fermeremo finché non arriveremo alla totale liberazione del Donbass”. Per liberazione, ha però chiarito Lavrov, non si deve intendere l'annessione dei territori attualmente occupati da Mosca.

“Non vogliamo annettere le repubbliche di Donetsk e Lugansk, la cui indipendenza è da noi riconosciuta – vogliamo solo aiutarle”. Seguendo questa prospettiva, il titolare della diplomazia russa ha quindi tracciato un quadro futuro in cui il Donbass verrebbe governato dalle attuali entità separatiste sorte nel 2014.

“Noi difendiamo le popolazioni di Donetsk e Lugansk – ha aggiunto Lavrov – e le aiutiamo a ripristinare la loro integrità territoriale”. Una visione però che in parte cozza con le ultime mosse politiche di Mosca nell'area. Soprattutto nella regione di Kherson, lì dove nelle ultime settimane gradualmente si è proceduto a un processo di “russificazione” generato dall'introduzione del Rublo come moneta e dei prefissi telefonici russi.

“Sanzioni isteriche, mi chiedo l'Ue cosa ci guadagna”

Un altro capitolo dell'intervista è stato dedicato alle sanzioni. Sergej Lavrov ha tuonato contro le misure introdotte in parte già subito dopo lo scoppio del conflitto, parlando di “isteria” da parte dell'occidente. “Queste sanzioni contro la Russia sono isteriche, direi che mostrano un'impotenza – si legge nelle dichiarazioni del capo della diplomazia di Mosca – La rapidità con la quale sono state imposte e la loro ampiezza dicono che non sono state redatte da un giorno all'altro, ma preparate da tempo ed è poco probabile che saranno rimosse”.

“Si tratta di strozzare lo sviluppo della Russia – ha aggiunto – perché la Russia impedisce lo sviluppo di un mondo unipolare che Washington ha proclamato e non so cosa l'Ue abbia da guadagnarci”.

A proposito di Europa, Lavrov ha lanciato una stoccata su quello che è il ruolo del Vecchio Continente nella vicenda. “La Nato non consentirà all'Unione europea di decidere dove e come utilizzare le sue forze armate – ha dichiarato Lavrov – Hanno inventato una bussola strategica per dare una dimensione militare all'Unione europea, ma è improbabile che risulti utile perché in ogni caso l'Unione europea militarizzata è già considerata dall'Alleanza Atlantica come un supplemento della Nato più che un'entità indipendente che decida da sé quando e come utilizzare le sue forze armate.

Sono convinto che all'Unione europea non verrà consentito di farlo”.

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