Torna la violenza marxista. Massacrate 16 persone, tra cui due bambini

I terorristi di Sendero Luminoso hanno rivendicato il massacro di Satipo, in Perù, sparpagliando nella zona volantini "anti-destra"

Torna la violenza marxista. Massacrate 16 persone, tra cui due bambini

In Perù, l'organizzazione marxista Sendero Luminoso, colpevole di attentati andati a segno soprattutto tra gli anni Ottanta e Novanta, è tornata ultimamente a perpetrare atti di sangue, nel pieno della campagna elettorale per le presidenziali del 6 giugno. I guerriglieri hanno infatti rivendicato la strage compiuta il 23 maggio scorso nella provincia centro-meridionale di Satipo, nella Valle dei fiumi Apurímac, Jan e Mantaro (Vraem), ossia in una delle principali zone di coltivazione della coca a livello mondiale. In tale massacro, in base ai primi accertamenti da parte delle autorità, avrebbero perso la vita 18 persone, ma poi il numero dei decessi è stato ridotto a 16, con due bambini inclusi nell'elenco delle vittime.

Il ministro della Difesa peruviano, Nuria Esparch, ha confermato il nuovo bilancio di morti in un'intervista alle emittenti di Lima, precisando che un'unità militare giunta sul posto ha trovato sei cadaveri carbonizzati ed altri dieci crivellati di colpi d'arma da fuoco. La Esparch ha aggiunto che, secondo le prime informazioni disponibili, avrebbero partecipato al massacro "i terroristi Carlos e Artemio", appartenenti proprio a Sendero Luminoso. La formazione sovversiva di sinistra è attualmente capeggiata da Victor Quispe Palomino "José".

In un successivo comunicato, le Forze armate nazionali hanno denunciato la natura "politica" del massacro di domenica notte, affermando che l'organizzazione marxista avrebbe rivendicato la paternità delle uccisioni qualificandole come "pulizia sociale". La motivazione politica di quella strage sarebbe dimostrata dal ritrovamento, sulla scena del crimine, di volantini che "consigliano" alla popolazione di non partecipare al ballottaggio per la presidenza del Perù, in programma appunto il 6 giugno.

Su quei fogli lasciati tra i cadaveri dai militanti marxisti, questi ultimi avrebbero scritto la seguente intimazione, diretta alla popolazione della provincia: "Non votate per la candidata di destra Keiko Fujimori". La politica citata è la figlia dell'ex presidente peruviano Antonio Fujimori, grande nemico del terrorismo comunista e accusato di avere combattutto i movimenti sovversivi usando metodi autoritari. Nel ballottaggio che andrà in scena il 6 giugno, Keiko sfiderà il leader di sinistra Pedro Castillo. La figlia dell'ex Capo dello Stato viene pesantemente insultata in quei volantini confezionati da Sendero Luminoso: "Chiunque voti a favore di Keiko Fujimori è un traditore, è un assassino del Vraem, è un assassino del Perù! Mai più Fujimori!".

Il ministro Esparch, accertato il ritorno di Sendero Luminoso allo stragismo politico, ha quindi chiesto ai candidati alle presidenziali di non utilizzare i nomi di quelle 16 vittime per scopi propagandistici e di non sfruttare il massacro di Satipo per la campagna elettorale. Tali appelli sembrano però subito caduti nel vuoto, dato che è immediatamente partito, ai danni del candidato di sinistra Castillo, una salva di accuse.

L'esponente social-comunista sta infatti venendo contestato per il fatto di essere "amico dei terroristi" e gli vengono rinfacciati i suoi legami con il movimento Amnistia e Diritti Umani (Movadef), organizzazione sospettata di essere il braccio politico di Sendero Luminoso.

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