Guerra in Ucraina

Le tre nuove mosse della Cina: i segnali di Xi alla Russia

La Cina si "scuote": Xi Jinping ha avuto tre importanti contatti che fanno presagire a future prese di posizione nei confronti del conflitto in Ucraina e dell'amico Putin

Le tre nuove mosse della Cina: i segnali di Xi alla Russia

"Eppur si muove", disse Galileo Galilei riferendosi alla Terra: adesso si comincia a muovere anche il presidente della Cina, Xi Jinping, rimasto finora in "sordina" e sempre ai margini del conflitto tra Russia e Ucraina quasi fosse un normale spettatore neutrale, lui che di neutrale in realtà non ha nulla. Nelle ultime ore, infatti, Pechino è stata molto attiva sul fronte contatti e su più continenti: Asia, Europa, America. Xi vuole evitare di essere sempre più isolato a causa dei danni del suo "amico" zar. Sono almeno tre le nuove mosse che fanno presagire a un inserimento più diretto in quello che sta succedendo nel mondo occidentale.

Il contatto con l'India

Nelle ultime ore, Xi Jinping ha inviato da Delhi il ministro degli Esteri, Wang Yi, per un primo contato con l'India che non avveniva dal giugno 2020 quando ci fu il combattimento alla frontiera con decine di morti sia sulla parte himalayana che sul territorio cinese. Ancora, però, l'attrito è presente tant'é che "descriverei la situazione attuale come work in progress", ha detto il ministro indiano, Subrahmanyam Jaishankar, come si legge sul Corriere. Dal punto di vista ucraino, però, le due potenze sembrano andare d'accordo: vogliono la fine delle ostilità con la diplomazia che deve avere la meglio sul conflitto. Wang Yi avrebbe anche invitato l’India a giocare "un ruolo più importante negli affari internazionali". Insomma, un terreno dove trovare un accordo c'è: finora, anche l'India è rimasta "spettatrice neutrale" non condannando esplicitamente l'invasione russa. I rapporti con Putin sono sempre buoni anche se il consiglio è quello di uscire dal conflitto in maniera intelligente.

Il contatto con la Corea del Sud

Seconda mossa: Xi Jinping ha telefonato a Yoon Suk-yeol, il nuovo presidente della Corea del Sud in carica dal prossimo mese di maggio. Come abbiamo visto sul Giornale.it, Pechino e Seul hanno assistito all’ultima esibizione missilistica di Kim Jong-un che ha lanciato il razzo più grande del mondo al largo del Giappone rialzando la tensione nel Sud-Est asiatico mentre Washington è impegnata in Europa. Xi ha dichiarato al suo corrispettivo che "i nostri due Paesi sono vicini permanenti che non possono essere allontanati e partner che non possono essere separati: entrambi sono responsabili del mantenimento della pace regionale e della promozione della prosperità mondiale in mezzo a molteplici sfide internazionali". Anche in questo caso, si tratta di importanti prove di dialogo.

La telefonata con Londra

Terza mossa, terzo indizio che fornisce la prova che Xi "si muove": il colloquio telefonico con Boris Johnson nel quale ha sottolineato che la Cina intende continuare a rivestire un "ruolo costruttivo" nella promozione della pace in Ucraina e la comunità internazionale dovrebbe realmente "creare le condizioni necessarie a una soluzione politica della questione". Nel corso del colloquio, il leader cinese ha analizzato gli sviluppi del rapporto bilaterale, invitando la controparte a considerare le relazioni da un punto di vista "equo e obiettivo". La Cina è "disposta a condurre il dialogo con Londra in modo schietto, aperto e inclusivo" e auspica che quest'ultima collabori con Pechino allo sviluppo dei legami, che, nonostante i loro alti e bassi, si sono sviluppati costantemente. Il volume degli scambi bilaterali ammonta a cento miliardi di dollari e lo scorso anno gli investimenti cinesi nel Paese "sono più che triplicati", ha osservato il leader cinese. Cina e Regno Unito sono diversi per "condizioni e percorsi di sviluppo" e dovrebbero "rispettarsi a vicenda, rafforzare il dialogo e gli scambi, ed espandere la cooperazione con mentalità aperta e inclusiva", ha concluso.

Non dimentichiamoci che Xi, pochi giorni fa, ha sfoderato il detto della "tigre e il sonaglio" nel dialogo con Joe Biden: un proverbio che significa come molte delle responsabilità siano anche degli Stati Uniti che dovrebbero "sfilare" il campanello dalla tigre Putin.

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