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Guerra tra Trump e Ue sui visti per i cittadini: ora si rischia il blocco

La linea dura di Trump sul fronte-visti e la probabile ritorsione di Bruxelles contribuiranno a danneggiare pesantemente l’economia italiana

Guerra tra Trump e Ue sui visti per i cittadini: ora si rischia il blocco

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L’amministrazione Trump attua una stretta in ambito migratorio, bloccando gli ingressi negli Usa anche dei lavoratori stranieri qualificati. A fronte della linea dura di Washington, l’Ue si starebbe preparando a rispondere chiudendo le frontiere ai turisti provenienti proprio dagli Stati Uniti, appellandosi agli ancora numerosi focolai presenti in territorio americano. La chiusura delle frontiere decisa dal tycoon durerà fino al 31 dicembre.

Nel dettaglio, The Donald ha bloccato fino alla fine dell’anno l’emissione di quattro tipi di visti Usa per stranieri: H-1B, H-2B, J e I. A essere penalizzati dal provvedimento della Casa Bianca sarebbero in totale non meno di 525mila immigrati in cerca di un’occupazione Oltreoceano.

La prima categoria di visto, spiega il Corriere della Sera, riguarda i lavoratori specializzati, tra cui esperti di tecnologia, ingegneri, matematici, ossia figure molto richieste dalle aziende della Silicon Valley, nonché medici e architetti.

Il visto H-2B era invece finora rilasciato ai lavoratori stagionali, a prescindere dal grado di istruzione dei richiedenti. Ogni anno, beneficiavano di tali permessi di ingresso quasi 66mila immigrati. Alcuni titolari dei medesimi visti saranno però esentati dalla stretta di Trump: circa 250mila braccianti stagionali attivi nella raccolta nei campi di frutta e ortaggi.

Quanto agli ultimi due tipi di permessi colpiti dalle restrizioni dettate da Trump, la categoria J attiene agli studenti, agli insegnanti, ai consulenti, agli stagisti, ai lavoratori estivi, mentre quella I riguarda manager e dipendenti di aziende estere.

Sempre per effetto della linea dura appena decisa dal tycoon sul fronte migratorio, agli stranieri non verranno più concesse dalle autorità Usa, fino a dicembre, le green card, ossia i permessi di soggiorno a tempo illimitato.

A essere fortemente penalizzati dal blocco dei visti decretato dal commander-in-chief, denuncia il CorSera, saranno migliaia di giovani, tra cui tanti italiani in cerca di occasioni di lavoro, di studio o di ricerca negli Stati Uniti.

Ripercussioni negative della misura appena adottata dal governo federale andranno a colpire quindi pesantemente l’economia del Belpaese, come sottolineato dall’ambasciatore di Roma a Washington Armando Varricchio, citato dalla testata: “In particolare ci preoccupa il divieto per le aziende di trasferire personale negli Stati Uniti. Ho sollevato questo tema al ministero del Tesoro e mi sono fatto portavoce delle tantissime società italiane che vogliono crescere e sviluppare la propria attività negli Usa. E poi, naturalmente, stiamo esaminando le conseguenze sugli scambi culturali, sulle opportunità per i nostri studenti e così via”.

La linea dura di The Donald sul tema della difesa dei confini, rimarca il quotidiano milanese, è intesa a fare riguadagnare al tycoon consensi elettorali. Rilanciando la battaglia anti-immigrazione, rivelatasi vincente nel 2016 malgrado le lamentele delle aziende americane favorevoli all’arrivo di manodopera estera, Trump mira appunto a riproporre la sua immagine di uomo forte a difesa dei posti di lavoro a stelle e strisce.

L’Ue, però, non sarebbe affatto disposta a rimanere con le mani in mano a fronte delle nuove restrizioni di Washington. Bruxelles starebbe infatti pensando di chiudere le rispettive frontiere ai turisti statunitensi.

Nel dettaglio, sostiene il New York Times, le istituzioni comunitarie starebbero mettendo a punto la lista dei Paesi con cui riavviare, dal primo luglio, gli scambi di merci e i movimenti di persone. Ebbene, nel documento in questione non figurerebbero né gli Usa, né il Brasile, né la Russia.

I vertici europei avrebbero giustificato lo stop ai viaggiatori provenienti dalla patria di The Donald indicando i contagi di Covid che non accennano a diminuire in alcuni Stati federati: Texas, California e Florida.

Anche la probabile ritorsione europea contro Washington, avverte il CorSera, rischia di produrre conseguenze negative per l’economia italiana, dato che potrebbe cancellare dal Belpaese cinque milioni di presenze di turisti americani.

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