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Trump minaccia Francia e Italia: dazi se resta la web tax

I Paesi europei che oseranno applicare la digital tax saranno colpiti da dazi americani "fino al 100 %". A rischio Francia e Italia

Trump minaccia Francia e Italia: dazi se resta la web tax

A poche ore dal summit della Nato a Londra, Donald Trump minaccia l’Europa con lo spauracchio dei dazi.

I Paesi europei che oseranno applicare la digital tax saranno colpiti da tariffe americane "fino al 100 %". Questo è quello che ha fatto capire il presidente americano, lanciando un messaggio in codice neanche troppo velato a Francia e Italia. Parigi, infatti, ha già una legge che costringe i colossi americani del web - come Facebook, Google, Amazon e altri ancora - a pagare ingenti tasse, e partire da gennaio verrà colpita dalla misura annunciata dal tycoon. La rappresaglia di Trump si preannuncia pesantissima visto che si parla di tariffe fini al 100% su un pacchetto di beni francesi dal valore di 2,4 miliardi di dollari.

Francia e Italia a rischio

Washington ha fatto capire che anche altri Paesi, Italia compresa, rischiano di fare la fine della Francia nel caso in cui dovessero imitare Parigi e imporre un regime di web tax. La tassa citata prevede un'aliquota sulle entrate che le società tecnologiche americane incassano in Francia. Introdotta lo scorso luglio dal governo francese, con validità retroattiva per l’intero 2019, la web tax colpisce con un prelievo del 3% le società che hanno ricavi globali pari almeno a 750 milioni di euro, di cui almeno 25 milioni generati in Francia. Attenzione, come detto, all’Italia, perché nelle scorse settimane il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha confermato che a partire dal gennaio entrerà in vigore la web tax prevista nella legge di bilancio di quest’anno. Il suo funzionamento dovrebbe essere simile a quello francese, con un’imposta del 3% su aziende con fatturato globale di almeno 750 milioni di euro.

Clima incandescente

In altre parole, fedele alla linea dell’America First, Trump sta cercando di supportare le grandi aziende americane che sempre più spesso dovranno fare i conti con leggi eque a detta dei governi europei, ingiuste per quello statunitense. “Reagiremo contro i regimi di web tax che discriminano o impongono oneri spropositati sulle nostre società all’estero” ha tuonato il rappresentante al Commercio, Robert Lighthizer. Gli Stati Uniti, insomma, sono convinti che in Europa potrebbero presto sorgere evidenti discriminazioni fiscali contro i cosiddetti "Gafa" (sigla indicata per riferirsi a Google, Apple, Facebook e Amazon), ed è per questo che hanno deciso di giocare d’anticipo. La lista dei Paesi che rischiano di finire sulla lista nera americana, oltre a Francia e Italia, sono Austria e Turchia.

Al vertice di Londra, dunque, è previsto un clima incandescente. The Donald, che aveva già avuto motivi di frizione con l’Europa a causa dello sviluppo del 5G per mano cinese e per i finanziamenti dei singoli Stati alla Nato, farà capire agli alleati europei di mollare l’idea di sfornare la digital tax, considerata dagli Usa "discriminatoria" e dannosa. Trump, inoltre, proverà a convincerli a negoziare per trovare una soluzione in sede Ocse capace di accontentare tutti. C’è tuttavia poco tempo per trattare, visto che il limite massimo per una fumata bianca è il prossimo 14 gennaio. Senza intesa, via libera ai nuovi dazi americani su Parigi. Verranno colpiti champagne, borse, beni di lusso, ma anche vini e formaggi.

In ogni caso, a margine dell’incontro londinese, il presidente americano incontrerà sia Emmanuel Macron che Giuseppe Conte.

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