Si addensano nuove nubi sull’accordo Ue-Turchia, voluto fortemente dal governo tedesco come soluzione all’ondata migratoria verso l’Europa. Un accordo che stenta a decollare e a dare i suoi frutti, a fronte di una spesa ingente da parte di Bruxelles. E a gettare nuovi dubbi sull’efficacia di questa intesa, in un momento in cui la cancelliera tedesca Angela Merkel è più che mai sotto torchio di chi la accusa di piegarsi a qualsiasi richiesta provenga dal “sultano” di Ankara, stavolta, è il settimanale tedesco Der Spiegel.
Per la rivista più letta dai tedeschi, infatti, Erdogan starebbe facendo di nuovo il doppio gioco con l’Ue. Secondo le indiscrezioni raccolte dal settimanale in una riunione che si è svolta a Bruxelles alla fine di aprile, i rappresentanti di più di uno Stato membro dell’Unione Europea, hanno denunciato l’atteggiamento di Ankara riguardo la tipologia di rifugiati ai quali il ministero dell’Interno turco concede il lasciapassare per entrare in Europa.
Uno degli elementi portanti dell’accordo quadro fra Ue e Turchia è infatti il principio per cui, a fronte del reinserimento sul proprio territorio di tutti i migranti che arrivano in Europa, per ogni migrante riaccolto, Ankara spedisce da noi un rifugiato siriano residente nei campi profughi allestiti in territorio turco. Ma è proprio su questo punto che la Turchia, secondo il Der Spiegel, starebbe barando. Il rappresentante del Lussemburgo alla riunione citata dal Der Spiegel e il segretario di Stato aggiunto del ministero dell'Interno tedesco, esponente della CDU, Ole Schröder, avrebbero evidenziato che i rifugiati che Ankara invia in Europa, sono tutte persone con "casi di malattia grave o rifugiati con formazione molto basica". Mentre, continua il settimanale tedesco, Ankara preferirebbe far restare nei propri campi profughi i rifugiati con una formazione più alta. Quelli più adatti, insomma, ad essere inseriti nel mercato del lavoro turco.
I rappresentanti di Olanda, Paesi Bassi e Lussemburgo, afferma Der Spiegel, hanno denunciato, allo stesso modo, nella riunione, che, in più di un caso, la Turchia avrebbe revocato il permesso di viaggio verso l’Unione Europea a rifugiati siriani altamente qualificati. Ingegneri, medici, lavoratori specializzati, che Ankara preferisce tenere per sé. Come gli accademici, che la Turchia avrebbe addirittura direttamente escluso dal programma di accoglienza. Ad ottenere il lasciapassare di Ankara per l’Europa quindi, sono i rifugiati in condizioni peggiori, quelli con problemi di salute, con scarsa educazione o con storie difficili alle spalle: i casi più problematici, insomma, di cui per il governo turco, sarebbe più difficile occuparsi.
Un problema, questo, inoltre, di difficile soluzione visto che, di norma, dovrebbe essere l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ad operare questo tipo di selezione, ma, nel caso specifico di questo accordo, l’Unione Europea ha concesso al presidente Erdogan che fosse, invece, il ministero dell’Interno turco a svolgere la selezione. L’Unhcr, in sostanza, sottolinea il Der Spiegel, non si occuperebbe di altro, che non sia dare l’ok definitivo alle liste di rifugiati proposte dal ministero dell’Interno di Ankara, senza però poter entrare nel merito.
Intanto, il prossimo incontro tra la Merkel ed Erdogan potrebbe esserci il prossimo lunedì 23 maggio, quando la cancelliera si recherà ad Istanbul
per intervenire al primo vertice mondiale umanitario delle Nazioni Unite. Un incontro che non è stato ancora confermato, ma che risulta tanto più probabile, alla luce delle tante questioni che continuano a rimanere aperte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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