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Uk, medico licenziato per non avere voluto chiamare "signora" una trans

Il medico che ha rifiutato di trattare come una donna una trans ha fatto ricorso contro la revoca del suo incarico, ma ha perso la causa

Uk, medico licenziato per non avere voluto chiamare "signora" una trans

Nel Regno Unito sta facendo molto discutere la vicenda di un medico estromesso dal suo incarico di consulente del governo per non avere voluto chiamare “signora” e per non avere voluto dare del “lei” a un paziente transessuale uomo.

Il cinquantaseienne dottore David Mackereth, riporta l’emittente Usa Fox News, è stato infatti licenziato dal suo ruolo di ispettore medico al servizio del ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, dopo quasi trent’anni di esperienza, per essersi rifiutato, questa estate, di trattare come una donna un “paziente trans alto un metro e ottanta e con la barba”. Alla base del comportamento di Mackereth, spiega il network americano, vi erano le sue convinzioni religiose e la sua profonda fede cristiana.

A detta di Fox News, il cinquantaseienne si sarebbe rifiutato di considerare allora un soggetto di sesso maschile come se fosse una signora appellandosi al libro della Genesi (1:27), dove si afferma: “Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò”. Mackereth avrebbe quindi rigettato di trattare il trans barbuto come una donna ritenendo che i caratteri sessuali non possono essere scelti a piacimento dagli individui, ma sono soltanto quelli che ci hanno dato il Signore e la natura.

Contro la sua estromissione dall’incarico di consulente governativo, determinata dalla sua condotta ispirata a valori religiosi, il medico in questione ha subito presentato ricorso, ma i giudici britannici hanno respinto la sua istanza. I magistrati hanno appunto stabilito, nel convalidare la revoca dell’incarico statale al ricorrente, che le idee di Mackereth sui trans e sull’identità di genere, desunte dall’insegnamento cristiano, sarebbero "incompatibili con la dignità umana".

Il verdetto del tribunale recita appunto: “Credere nella Bibbia, in particolare nel libro della Genesi (1:27), e di conseguenza rigettare il concetto di transessualità integrano, a nostro avviso, una mentalità incompatibile con l’idea di dignità umana e che mette a rischio i diritti di tutti i soggetti trans”.

Nonostante la sentenza a lui sfavorevole, Mackereth ha assicurato che continuerà la propria battaglia legale e ha quindi ribadito le rispettive convinzioni: “Nessun medico, scienziato o filosofo è in grado di dimostrare che una persona può completamente mutare la sua identità sessuale. Senza rigore morale e intellettuale, la medicina muore. Oggi, i miei trent’anni di lavoro nella sanità sono considerati irrilevanti rispetto al rischio che il membro di una minoranza possa sentirsi turbato da me”.

Egli ha poi annunciato che farà appello contro il giudizio emesso in primo grado: “Ho il dovere di impugnare quel verdetto in nome della libertà di tutti i cristiani, e del personale sanitario nazionale, di dire la verità. Se a costoro viene negato il diritto di parlare, allora la libertà di opinione morirà in questo Paese e i dottori non potranno più svolgere serenamente la loro professione”.

Parole di fuoco contro l’orientamento dei giudici sono state pronunciate anche da Andrea Williams, avvocato del cinquantaseienne: “È la prima volta che dei giudici britannici condannano un libero cittadino per avere esercitato il suo diritto di parola. Ciò è assolutamente vergognoso.

Secondo quei magistrati, l’unico cristianesimo protetto dalla legge è quello che rinnega la Genesi e riconosce la normalità della transessualità”.

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