Mondo

Ungheria, Corte europea contro la legge anti-Soros: "Viola le norme"

Secondo l'avvocato generale della Corte di giustizia dell'Unione europea (Cgue), Juliane Kokott, la legge anti-Soros di Budapest è incompatibile con il diritto dell'Unione

Ungheria, Corte europea contro la legge anti-Soros: "Viola le norme"

L'Unione europea si scaglia contro l'Ungheria di Orban per la legge anti-Soros. Secondo l'avvocato generale della Corte di giustizia dell'Unione europea (Cgue), Juliane Kokott, Budapest deve riservare il medesimo trattamento agli istituti di insegnamento superiore nazionali e a quelli esteri, come la Central European University del magnate George Soros. Come ricorda l'agenzia Nova, la Corte ue ha ricordato che nel 2017, la legge ungherese sull'istruzione superiore è stata modificata nel senso che gli istituti di insegnamento superiore degli Stati non appartenenti allo Spazio economico europeo (See) possono operare in Ungheria solo se esiste un accordo internazionale tra Budapest e il loro paese d'origine.

La legge approvata nel 2017 dal parlamento ungherese, infatti, prevede un aumento dei vincoli per le università straniere che operano in Ungheria. Con l’approvazione di quelle misure, gli atenei finanziati da Paesi non appartenenti all’Unione Europea, sono obbligati ad avere una sede nel rispettivo Paese d’origine e a stipulare un accordo tra il governo del Paese d'origine e quello ungherese. Regole che sembravano essere state scritte proprio per costringere l’ateneo di orientamento liberal, finanziato dalla Open Society di Soros, a chiudere i battenti. La Central European University, infatti, è l’unica università in Ungheria che non rispettava i requisiti fissati dalla nuova legge.

Sempre nel 2017, la Commissione Juncker aveva stabilito che la legge sull’istruzione superiore approvata dal Parlamento di Budapest, non era "compatibile con le libertà fondamentali del mercato interno” e "con il diritto alla libertà accademica garantito dalla carte dei diritti Ue". Nel 2018, la Commissione ha avviato un ricorso per inadempimento nei confronti dell'Ungheria per contestare le modifiche alla legge sull'istruzione superiore. Nelle sue conclusioni odierne, l'avvocato generale Juliane Kokott propone alla Corte di accogliere tale ricorso. Nell'ottobre 2018, l'Università finanziata dal fondatore dell'Open Society Foundations aveva annunciato la sua decisione di lasciare Budapest per Vienna. I vertici dell’istituzione culturale hanno affermato che tale scelta era una diretta conseguenza dei numerosi “provvedimenti discriminatori” promossi dal governo Orbán. Michael Ignatieff, rettore dell’università, aveva accusato il leader di Fidesz di aver varato, dagli inizi del 2018, norme “sempre più lesive della libertà accademica”.

Esattamente un anno fa, il governo di Viktor Orban lanciava dalla propria pagina Facebook una campagna mediatica contro il finanziere e l'allora presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, accusati di favorire l'immigrazione clandestina e di minare la tenuta delle frontiere del Paese. Secondo il Primo Ministro ungherese, infatti, il magnate sarebbe responsabile, attraverso la sua fitta rete di organizzazione non governative, di promuovere l’immigrazione clandestina e di interferire negli affari interni dell’Ungheria. "Se qualcuno vuole venire a vivere in Ungheria - aveva sottolineato Orban in un'intervista di qualche tempo fa - deve chiedere il consenso al popolo ungherese. Non ci può essere una legge internazionale, una norma, un tribunale o un’organizzazione che sostiene che non importa ciò che pensa il popolo. Questo è impossibile. C’è, tuttavia, una campagna internazionale molto forte – osserva Orbàn – che è in corso da circa un decennio. È legata al nome di George Soros e cerca di dimostrare che i confini non hanno senso, che le nazioni non hanno alcun diritto di decidere e di stabilire come vivere".

Un braccio di ferro, quello fra Orban, Soros e l'Unione europea, destinato a proseguire.

Commenti