Gli Stati Uniti non aderiscono al Christchurch Call, il documento voluto dal presidente francese Emmanuel Macron e dalla premier neozelandese Jacinda Ardern sulla scia dell'attacco del 15 marzo scorso contro due moschee costato la vita a 51 persone. La carta mira a eliminare contenuti estremistici violenti e terroristici da Internet.
"Sebbene gli Stati Uniti non siano attualmente in grado di aderire, continuiamo a sostenere gli obiettivi generali rappresentati dall'appello", afferma la Casa Bianca in un comunicato. Gli Stati Uniti spiegano la rinuncia a sottoscrivere l'appello con il rispetto della "libertà d'espressione".
L'iniziativa nasce arriva a due mesi dall'attacco in due moschee a Christchurch ad opera di un suprematista australiano che ha trasmesso in diretta su Facebook una parte della sua strage. Motivando la sua decisione di non aderire all'appello, la Casa Bianca specifica che pur essendo impegnata in prima linea a "combattere i contenuti terroristici su Internet", gli Usa continuano nella stesso tempo "a rispettare la libertà di espressione e di stampa".
L'amministrazione Trump aggiunge che gli Stati Uniti incoraggiano i colossi del web "a far rispettare le regole che vietano l'uso delle loro piattaforme a scopi terroristici". Tra gli i firmatari dell'appello figurano Facebook, WhatsApp, Instagram, Google, YouTube, Amazon, Microsoft, Qwant, Twitter e DailyMotion.
Tra i Paesi che hanno sottoscritto il documento, oltre a Francia e Nuova Zelanda, ci sono anche Canada, Irlanda, Giordania, Norvegia, Regno Unito, Senegal, Indonesia, Ue.
In sostanza, i governi e i giganti di Internet promettono di compiere sforzi comuni volti ad "accelerare la ricerca e lo sviluppo" e "sviluppare procedure per rispondere in modo rapido, efficace e coordinato alla diffusione di contenuti terroristici e estremisti violenti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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