Coronavirus

Vaccini Moderna in ritardo, immunizzazione a rischio

Una portavoce della Commissione europea ha annunciato il ritardo di Moderna nella fornitura dei vaccini per febbraio. "Ritardi nelle consegne saranno recuperati a marzo". Fontana: "Non bastano per vaccinazione di massa"

Vaccini Moderna in ritardo, immunizzazione a rischio

Dopo Pfizer, anche Moderna. Risale la tensione sulla questione tagli nella fornitura dei vaccini anti Covid. E da Bruxelles arrivano brutte notizie. "Moderna - riporta Agi - ci ha annunciato qualche ritardo nelle consegne di febbraio, che saranno recuperate a marzo", ha detto la portavoce della Commissione europea Vivian Loonela.

Sulla trattativa che, secondo notizie circolate sulla stampa tedesca, sarebbe in corso per un contratto di preacquisto per ulteriori 150 milioni di dosi con l'azienda biotech americana Moderna (con cui l'Ue ha già un accordo per complessive 160 milioni di dosi) la portavoce ha liquidato la domanda con un secco "non commentiamo sui negoziati in corso". Un duro colpo anche per l'Italia che subirà il contraccolpo dell'enesimo ritardo delle Big pharma in affanno produttivo. Al momento con 3.288.870 Pfizer, 112.800 Moderna e 249.600 AstraZeneca somministrati la campagna vaccinale prosegue a rilento e con i ripetuti tagli nelle forniture settimanali andranno rivisti gli obiettivi di immunizzazione fissati per il primo trimestre. Nonostante le indiscrezioni trapelate sulle trattative in corso per il preacquisto di lotti aggiuntivi di siero, difficilmente entro marzo arriveranno le quasi 6 milioni di dosi pattuite.

Se da una parte Moderna annuncia ritardi nelle consegne promesse agli Statin membri, dall'altra starebbe trattando contratti di vendita paralleli. Il presidente del Veneto Luca Zaia ha rilanciato l'intenzione, criticata, di acquistare in autonomia i vaccini e, intervenendo a Quarta repubblica su rete 4, ha parlato addirittura di "due offerte da 12 e 15 milioni di dosi rispettivamente" ricevute "per iscritto" dalla Regione. "Non so da che canale sono stati comprati quelli che ci sono stati proposti - ha aggiunto Zaia -, ma ad Arcuri diciamo che qui ci sono le carte, e vi prendete la briga di dire di no a 12 e 15 milioni di dosi ufficiali. Se sono tarocchi lo dite voi. A noi hanno suonato la porta".

Secondo quanto assicurato dal governatore veneto le offerte non andrebbero a intaccare gli stock della strategia Ue e arriverebbero "tramite intermediari sul territorio europeo, su vaccini autorizzati da Ema (Agenzia europea del farmaco)". In pratica, il surplus di vaccini delle aziende potrebbe essere stato rimesso sul mercato da alcuni Stati che ne avevano fatto incetta o dalle stesse case farmaceutiche, con dosi extra rispetto a quelle garantite all'Ue, ha fatto intendere Zaia. "Spero di aver scoperto una via di fornitura nuova - ha sottolineato il governatore leghista nel corso del consueto punto stampa alla sede della Protezione civile di Marghera -. Se arrivassero 27 milioni di dosi non solo si 'coprirebbe' il Veneto, se ne avvantaggerebbe tutta l'Italia".

Anche la Lombardia si prepara all'acquisto in proprio, dopo il via libera da Roma. "Abbiamo ragionato seriamente ma il problema è che per ora non si possono comprare, perchè bisogna chiedere l'autorizzazione al governo. Se però si dovesse aprire questa ipotesi, noi siamo pronti.

Il governo - ha dichiarato il governatore della Lombardia Attilio Fontana intervenendo in diretta a Mattino Cinque a proposito del piano vaccini della Regione - non ha ancora autorizzato gli acquisti da parte delle singole regioni” ma “le dosi disponibili non bastano per una vaccinazione di massa”.

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