Continua il braccio di ferro tra l'ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e la magistratura. Dopo essersi barricato in un sindacato di Sao Bernardo do Campo, Lula ora è pronto a consegnarsi, salvo che i suoi sostenitori glielo permettano.
Non appena l'ex presidente ha lasciato la sede del sindacato, infatti, la folla ha circondato la sua macchina e lo ha costretto a tornare nella sede del sindacato.
Lula: "Sono innocente"
"Sono innocente, ma rispetterò il mandato d'arresto", aveva detto. Il leader 72enne si è definito "un cittadino indignato, perché non perdono l'idea che sia stato detto alla società che sono un ladro". "Voglio guardarli negli occhi", ha aggiunto a proposito dei suoi accusatori, definendo bugiardi i pubblici ministeri. Quindi ha promesso che non fuggirà all'estero e lotterà per dimostrare la sua innocenza. Il leader si considera vittima di un complotto dell'establishment conservatore per impedirgli di candidarsi per un terzo mandato. "La loro ossessione è avere una foto di Lula prigioniero", ha detto.
In piedi sul tetto di un camion, con il pugno alzato e il piglio combattivo, a tratti commosso, Lula ha arringato il suo popolo. Dalla folla in lacrime sono arrivati incitamenti e cori. Alla fine del comizio, è stato portato in spalla all'interno del quartier generale del sindacato, dove si è rifugiato dopo la condanna definitiva- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.