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Venezuela, Guaidó si riproclama presidente ad interim e Trump ne riconosce il mandato

Il leader del partito centrista e capo dell'Assemblea nazionale, organo controllato dall'opposizione, si è riproclamato presidente ad interim del Venezuela. E arriva il riconoscimento anche della Casa Bianca

Venezuela, Guaidó si riproclama presidente ad interim e Trump ne riconosce il mandato

È accaduto di nuovo, nel giorno dell'anniversario della rivolta popolare del 1958, quando a essere rovesciata fu la dittatura militare di Marcos Pérez Jimenez. Juan Guaido (LA SCHEDA), presidente dell'Assemblea nazionale del Venezuela, organo controllato dall'opposizione, si è autoproclamato presidente ad interim, sfidando apertamente il potere di Nicolas Maduro, ripetendo il gesto dell'11 gennaio e ribadendo l'irregolarità della rielezione del successore di Hugo Chavez.

Le proteste (e i morti)

È accaduto in una giornata piena di proteste, con cortei contrapposti in diverse città del Venezuela, compresa la capitale. Le manifestazioni, a sostegno sia di Guaido che di Maduro, si sono diffuse velocemente in tutto il Paese. Ed è salito a cinque il bilancio dei morti degli scontri violenti, consumatisi in queste ore. Proteste come quelle di oggi non si verificavano dalle mobilitazioni del 2017, in cui persero la vita 125 persone.

Il giuramento

"Oggi, nella mia veste di presidente dell'Assemblea nazionale, invocando gli articoli della Costituzione, davanti a Dio onnipotente, giuro di assumere formalmente i poteri dell'esecutivo nazionale", ha affermato il mebro del Popular Will Party, che in Venezuela tutti conoscono come Voluntad Popular.

La risposta di Trump

E la risposta è arrivata anche dagli Stati Uniti. Il presidente americano, Donald Trump, infatti ha riconosciuto il nuovo incarico di Guaido. "Oggi riconosco ufficialmente il presidente dell'Assemblea nazionale venezuelano, Juan Guaido, come presidente ad interim del Venezuela", avrebbe detto il capo della Casa Bianca in una nota, sottolineando che "in questo ruolo, come legittimo ramo del governo eletto dal popolo venezuelano, l'Assemblea nazionale ha invocato la costituzione del Paese per dichiarare illegittimo Nicolas Maudro e dunque il suo incarico vacante".

Poi il presidente americano ha invitato gli altri Paesi occidentali a riconoscere Guaido come legittimo presidente del Venezuela: "Incoraggiamo altri governi dell'emisfero occidentale a riconoscere il presidente dell'Assemblea nazionale Guaido come presidente ad interim del Venezuela e lavoreremo in modo costruttivo con loro a sostegno degli sforzi per ripristinare la legittimità costituzionale". E ancora: "Continuiamo a ritenere il regime illegittimo di Maduro direttamente responsabile di ogni minaccia possa porre alla sicurezza del popolo venezuelano. Come il presidente ad interim Guaido ha rilevato ieri: 'La violenza è l'arma dell'usurpatore; abbiamo solo un'azione chiara: restare uniti e saldi per un Venezuela democratico e libero'".

Sulla stessa linea anche il vicepresidente Usa Mike Pence che su Twitter ha scritto: "A Juan Guaido e al popolo del Venezuela: l'America sta con voi e continueremo a stare con voi finché la Libertad sarà ripristinata!".

Pronta la risposta del segretario generale dell'Organizzazione degli Stati americani (Oas), Luis Almagro, che ha subito riconosciuto la nuova leadership venezuelana: "Le nostre congratulazioni a Juan Guaido come presidente pro tempore del Venezuela. Ha tutta la nostra riconoscenza per dare impulso al ritorno della democrazia nel Paese".

Pompeo: "Maduro ora lasci"

Ed è degli ultimi minuti anche il messaggio che il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha rivolto a Nicolas Maduro, in cui chiede di "lasciare il potere" e di riconoscere il nuovo mandato. E ha dichiarato: "Il popolo venezuelano ha già sofferto abbastanza la disastrosa dittatura di Maduro, al quale chiediamo di mettersi da parte in favore di un leader legittimo, che riflette la volontà del popolo venezuelano.

Gli Stati Uniti appoggiano Guaido nell'instaurare un governo di transizione mentre il Paese si prepara a elezioni libere e giuste".

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