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In vigore le sanzioni contro Mosca. Kiev: "La Crimea torni all'Ucraina"

Kiev ribadisce l'intenzione di riprendersi la penisola e punta a farlo senza armi. Continuano gli scambi di prigionieri

Soldato ucraino di guardia vicino alla città di Volnovaha, regione di Donetsk
Soldato ucraino di guardia vicino alla città di Volnovaha, regione di Donetsk

Sono entrate in vigore oggi le nuove sanzioni decise da Unione Europea contro Mosca e sono in fase di definizione quelle degli Stati Uniti. Misure che sono state annunciate ieri, a cui il presidente russo Vladimir Putin ha replicato promettendo "una risposta proporzionata" e sostenendo che non avranno nessun effetto e anzi si ritorceranno contro l'Europa.

La decisione è arrivata nonostante il cessate il fuoco entrato in vigore lo scorso venerdì, messo a repentaglio più volte dalle violazioni delle parti. Stando a quanto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione Europa, le misure mirano a colpire le imprese petrolifere e della difesa e al blocco dei prestiti alle banche statali russe.

Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ha detto oggi che la Russia ha tenuto un "comportamento inaccettabile" nei confronti della crisi ucraina e che la tregua firmata non è sufficiente a garantire una pace duratura.

Intanto l'esercito di Kiev e i separatisti filo-russi hanno dato il via allo scambio di prigionieri previsto dal piano per riportare la calma nell'Ucraina orientale. Oggi i ribelli hanno lasciato andare 36 persone, a cui se ne aggiungono 21 già liberate ieri. I militari hanno consegnato 31 persone catturate nei mesi di combattimenti nella regione del Donbass.

In una conferenza stampa tenuta questa mattina, il presidente Petro Poroshenko, che la prossima settimana sarà in visita negli Stati Uniti. è tornato a parlare di un'adesione dell'Ucraina alla Nato, dicendo che il Paese punta a ottenere "nel prossimo futuro" uno status speciale di cooperazione.

Poroshenko ha parlato anche del futuro della Crimea, parte della Federazione russa da marzo, dopo un controverso referendum. Il presidente ha promesso ancora che la penisola tornerà a fare parte dell'Ucraina e "non necessariamente" con l'uso della forza.

"Vinceremo - ha detto - la sfida economica, democratica e liberale per le menti e le preferenze degli abitanti".

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