Ultim'ora
Corea del Sud, Parlamento destituisce il presidente Yoon
Ultim'ora
Corea del Sud, Parlamento destituisce il presidente Yoon

Visti scaduti e zero controlli: le rotte dei terroristi per l'Ue

Entrano con documenti di viaggio validi e un visto, poi scaduti. Passano dal Mediterrano o dalla frontiera turca. Una volta arrivati, vengono armati e si preparano a colpirci. Sostieni il reportage

Visti scaduti e zero controlli: le rotte dei terroristi per l'Ue

Moussa Coulibaly, il trentenne di origini maliane che lunedì mattina ha accoltellato tre militari di guardia a un palazzo che ospita diverse istituzioni ebraiche a Nizza, è stato di recente in Turchia facendo scalo a Roma per ben due volte. All'andata, il 28 gennaio, il suo volo di sola andata in partenza da Ajaccio è atterrato a Roma. Quindi ha proseguito il viaggio verso l'aeroporto Ataturk di Istanbul, da cui è stato espulso il 29 gennaio, dopo la segnalazione della autorità francesi. Anche nel viaggio di ritorno verso la Francia, il jihadista ha fatto scalo nella capitale italiana.

È l'ennesima riprova del fatto che le frontiere (italiane ed europee) sono un vero e proprio colabrodo. Moussa Coulibaly non è certo il primo jihadista che va e viene dal Vecchio Continente senza alcun problema. La strage al settimanale satirico Charlie Hebdo e il blitz al supermarket ebraico di Parigi ha scoperchiato il vaso di Pandora. Ogni giorno entrano in Europa migliaia di immigrati clandestini. È tra questi che si nascondono terroristi islamici pronti a colpire a casa nostra. Gli stessi miliziani dello Stato islamico ha reso noto, nei giorni scorsi, un piano per sbarcare in Europa sfruttando i barconi della speranza. Nei piani dell'Isis, contenuti in un rapporto non verificabile, ma attribuito dai media libici allo stesso Stato islamico, quei barconi sono il mezzo migliore e più veloce "per arrivare in Europa" e "trasformarla in un inferno". Stando al rapporto l'Isis punta a "superare i punti di sicurezza marittimi e raggiungere il cuore delle città". "Se sfrutteremo questo canale sviluppandolo in modo strategico - scrivono gli autori del rapporto - la situazione del sud dell'Europa diventerà un inferno".

Nel 2014, come denunciato dall'agenzia Ue Frontex, sono 278mila gli immigrati che hanno attraversato illegalmente le frontiere europee. Un dato allarmante: circa due volte e mezzo rispetto al 2013, quando si contarono 107mila arrivi, e circa il doppio rispetto al 2011, quando le Primavere arabe spinsero 141mila disperati a imbarcarsi. Solo l'Italia ha registrato l'arrivo di 170.757 clandestini. Secondo Frontex questo incremento è legato soprattutto all'aumento delle persone in fuga da Siria e Iraq, in quella che viene definita la peggiore crisi dalla Seconda guerra mondiale. "La porta di ingresso più grande per i migranti nell’Ue - evidenzia Frontex - sono gli aeroporti internazionali".

La maggior parte degli stranieri, che risiedono in Europa illegalmente, sono entrati con documenti di viaggio validi e un visto, successivamente scaduti. Degli oltre 170mila immigati arrivati in Italia, attraverso le rotte del Mediterraneo centrale, Puglia e Calabria, la prima nazionalità è siriana (39.651), seguita dagli eritrei (33.559) e da numerosi arrivi dall'area sub sahariana (26.340). Altra importante via d’accesso è la rotta del Mediterraneo orientale. Frontex indica il passaggio dalla Turchia all’Ue attraverso la Grecia, la Bulgaria meridionale e Cipro. In questo caso si parla di 50.831 immigrati arrivati solo nel 2014. Anche qui, la prima nazionalità delle persone in arrivo è siriana (31.670). Le persone arrivate nell'Unione europea dai Blacani occidentali sono in tutto 43.357, in 22.

059 arrivano dal Kosovo. Su questi né le forze dell'ordine né l'intelligence riesce ad avere un controllo capillare. Tanto che le cellule dormienti hanno già iniziato a contattarli per armarli e farli colpire casa nostra.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica