Guerra in Ucraina

"Tutto per la pace". Ma Kiev frena sui negoziati

Da un lato Zelensky ha spiegato che Kiev sta facendo di tutto per arrivare alla pace. Dall'altro il presidente ucraino sostiene che non sia ancora tempo di negoziati

Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky
Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky

L'Ucraina sta facendo tutto il possibile per tornare alla pace: non ha usato mezzi termini Volodymyr Zelensky nel suo ormai consueto video-messaggio serale. Eppure, allo stesso tempo, il presidente ucraino ha affermato che Kiev non è ancora pronta per affrontare i negoziati. Sul campo di battaglia, intanto, è quasi tutto pronto per il testa a testa finale tra russi e ucraini nel Donbass. Giallo, intanto, sul futuro dei combattenti usciti dall'acciaieria Azovstal.

Le parole di Zelensky

Il presidente ucraino ha avuto un'importante colloquio con Mario Draghi, durante il quale ha ringraziato l'Italia per il supporto fornito a Kiev e parlato del sesto pacchetto di sanioni da adottare contro la Russia. "Ho avuto una conversazione telefonica con Mario Draghi su sua iniziativa. Si è parlato di cooperazione difensiva, della necessità di accelerare il sesto pacchetto di sanzioni e di sbloccare i porti ucraini. Ho ringraziato Draghi per il sostegno incondizionato all'Ucraina sulla strada per l'Ue", ha fatto sapere Zelensky.

Restano tuttavia diverse ambiguità in ballo. Da un lato, infatti, il capo di Stato ucraino ha spiegato che Kiev sta facendo di tutto per arrivare alla pace. Dall'altro, come ha sottolineato Il Corriere della Sera, Zelensky ha stilato a Draghi una sorta di lista contenente richieste e condizioni necessarie per arrivare alla fine delle ostilità. "Non siamo ancora pronti per dei veri negoziati di pace. Ne potremo discutere solo quanto avremo riconquistato tutti i territori che la Russia ci ha sottratto dal primo giorno della guerra", ha affermato il presidente ucraino.

"Spero che l’Italia continui a sostenerci con i sistemi di difesa e i dispositivi militari che ci servono per la nostra lotta di liberazione. Che ci aiuti a diventare Paese candidato ad entrare nell’Unione Europea, nonostante le resistenze di alcuni membri della Ue, a cominciare da Berlino. Che ci aiuti a sbloccare il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia in discussione a Bruxelles e le merci bloccate dai russi nei nostri porti", ha quindi concluso lo stesso Zelensky.

Il futuro del Donbass

Dal punto di vista militare, invece, da giorni tutti i riflettori sono puntati sul Donbass. È qui, nel quadrante orientale dell'Ucraina, che si giocherà la partita finale: quella che potrebbe sancire vincitori e sconfitti della guerra. La Russia è pronta a lanciare la sua offensiva per chiudere in una sacca i nemici e prendersi quanto più territorio possibile. Kiev, sfruttando le armi ricevute dagli alleati occidentali, non solo intende resistere all'avanzata di Mosca; potrebbe sferrare a sua volta una controffensiva per rosicchiare spazio vitale. Vedremo come si svilupperà l'imminente battaglia.

Il futuro dei combattenti di Azovstal

Arriviamo così all'altro grande tema militare: quale sarà il futuro dei combattenti ucraini usciti dall'acciaieria Azovstal? Nel pomeriggio si era parlato di un possibile scambio con prigionieri russi. Sembrava che in qualche modo potesse essere imbastito uno scambio, in particolare, tra le truppe di Azov e l'oligarca filorusso Viktor Medvedchuk, catturato il mese scorso in un blitz degli 007 ed esposto come il simbolo dei traditori in Ucraina.

In serata è arrivato lo stop da parte di Mosca. Il capo della commissione per gli affari internazionali della Duma, Leonid Slutsky ritiene che non dovrebbe esserci uno scambio di militanti della formazione nazionalista Azov e che il loro destino dovrebbe essere deciso da un tribunale.

"La mia opinione non è cambiata, non dovrebbe esserci scambio di combattenti Azov banditi nella Federazione Russa", ha scritto in un post su Telegram che poi la Tass ha rilanciato.

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