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Il monito di Benedetto XVI: "Al mondo serve pace, bisogna educare i giovani"

Nella Giornata mondiale della pace, il Papa ricorda l'importanza dell'educazione al dialogo. Poi ringrazia Napolitano e augura agli italiani "prosperità"

Il monito di Benedetto XVI: "Al mondo serve pace, bisogna educare i giovani"

"Il mondo ha bisogno della pace come e più del pane". Con queste parole Benedetto XVI ricorda nella Giornata Mondiale della Pace. Per questo il Papa chiede ai "responsabili delle Nazioni" disponibilità e impegno "ad accogliere e favorire questo insopprimibile anelito dell’umanità".

Ad ascoltarlo, una piazza San Pietro gremita e migliaia di palloncini blu, simbolo della Marcia per la pace organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio. Durante l’Angelus il Pontefice ha anche ricordato l'importanza di una educazione alla pace, a partire dai giovani: se i ragazzi "guardano con apprensione al futuro", bisogna ricordare loro "la pazienza e la costanza di ricercare la giustizia e la pace e coltivare ciò che è retto e vero" e che la pace "non è mai un bene raggiunto pienamente, ma una meta a cui tutti dobbiamo aspirare e per la quale dobbiamo operare". Il Papa ha quindi sottolineato che "i ragazzi e le ragazze di oggi crescono in un mondo che è diventato, per così dire, più piccolo, dove i contatti tra le differenti culture e tradizioni, anche se non sempre diretti, sono costanti". È importante quindi che imparino "il valore e il metodo della convivenza pacifica, del rispetto reciproco, del dialogo e della comprensione".

Secondo Benedetto XVI, inoltre, "i giovani sono per loro natura aperti a questi atteggiamenti, ma proprio la realtà sociale in cui crescono può portarli a pensare e ad agire in modo opposto, persino intollerante e violento. Solo una solida educazione della loro coscienza - dunque - può metterli al riparo da questi rischi e renderli capaci di lottare sempre e soltanto contando sulla forza della verità e del bene".

Una pace che quindi si costruisce dal basso, attraverso un'educazione che parte dalla famiglia e si sviluppa nella scuola e nelle altre esperienze formative. Si tratta essenzialmente - ha spiegato - di aiutare i bambini, i ragazzi, gli adolescenti, a sviluppare una personalità che unisca un profondo senso della giustizia con il rispetto dell’altro, con la capacità di affrontare i conflitti senza prepotenza, con la forza interiore di testimoniare il bene anche quando costa sacrificio, con il perdono e la riconciliazione».

Ma il tema della pace deve rimanere centrale anche in età adulta: "Invito tutti ad avere la pazienza e la costanza di ricercare la giustizia e la pace, di coltivare il gusto per ciò che è retto e vero, ha ribadito il Papa che ha concluso il suo messaggio rivolgendo un pensiero, "un deferente augurio", a Giorgio Napolitano, "mentre all’intero popolo italiano formulo ogni miglior auspicio di pace e di prosperità per l’anno appena iniziato". 

Dal canto suo, il Presidente della Repubblica aveva scritto questa mattina in un messaggio al Pontefice: "Non posso non ribadire anch’io l’importanza di una rinnovata attenzione che tutte le componenti della società debbono dedicare alle ansie e ai problemi delle giovani generazioni. L’Italia, che ha appena celebrato i 150 anni dell’Unità nazionale, deve volgersi con la massima sollecitudine ai giovani, perchè non vi è futuro per un Paese che non sappia salvaguardare il proprio capitale umano più vitale.
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