Ho assistito alla proiezione del film Katyn e alla fine ho scambiato le mie impressioni sulla Polonia di oggi con Sergio Maifredi e condivido i vari scritti di Massimiliano Lussana, Aurelio Granara, Marco Belpoliti ma vorrei soffermarmi sull'articolo di Sergio Maifredi perché solo con una penetrazione sempre più capillare nel mondo della cultura si può far capire ai vari «guru» dell'intellighenzia che il vento sta cambiando; non serve solo che il centro-destra affigga manifesti di ringraziamento agli elettori se dopo il voto va in letargo per rispuntare alla prossima tornata elettorale senza continuare a darsi degli obiettivi, anno dopo anno, di non lasciare più la cultura, la scuola, il volontariato, il mondo del lavoro solo nelle mani della sinistra come e' avvenuto negli ultimi 40 anni.
Il caso Genova e Liguria sono casi da tesi di laurea con «casi» unici di interi ceti produttivi, ceti sociali moderati che non credono di poter cambiare le cose e vivono rassegnati nel loro «particolare» e lo vediamo nel mondo della scuola dove una minoranza di docenti «democratici» supportata da genitori altrettanto «democratici» riescono ad imporsi sui moderati che rinunciano già all'inizio dell'anno a partecipare ai vari «consigli di istituto» e preferiscono occuparsi più delle attività sportive pomeridiane del figlio (ora calcio ora tennis/nuoto/pallanuoto) che della scuola che così resta saldamente in mani «loro».
Ci vuole uno scatto d'orgoglio per dire: «anch'io posso contribuire a cambiare le cose» sia nella scuola sia nei luoghi di lavoro dove il Pdl dovrebbe ritornare ai nuclei «Gip» (Gruppo impegno politico) perché un partito che ha il maggior numero di voti non può essere assente nei vari settori della società (mondo del lavoro, cultura, scuola, volontariato etc. etc); certo il rientro nel mondo della cultura, da troppo tempo monopolizzato dalla sinistra, deve essere una priorità ma contemporaneamente occorre posizionarsi nella società italiana, quella della vita di tutti i giorni che vede la politica ad intermittenza e solo sotto elezioni e non in modo più presente magari tramite realtà collegate siano culturali siano sociali ma di chiaro indirizzo politico e non come certe associazioni cattoliche che sono più «talebane» delle loro omologhe di sinistra come nel caso delle Società Operaie.
Conclusioni. Mi auguro di vedere in questa seconda metà del 2009 e poi anche nel 2010 ulteriori incontri simili a quelli già visti o...
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