Marcello Di Dio
nostro inviato a Udine
Non è certo la Juventus esaltante di Bruges e nemmeno quella bella a metà dellultima sfida con lAscoli. È una Juventus cinica e basta, che soffre contro unUdinese vogliosa di riscattare la quaterna rimediata a Firenze, ma trova il poker di vittorie nella partita più impegnativa di questinizio di stagione. Ancora una vittoria di misura, la terza, probabilmente immeritata. Un nuovo 0 nella casella dei gol subiti (nonostante le numerose occasioni create dallUdinese soprattutto nella ripresa). E un accenno di «fughetta», anche se qualcuno dietro non molla. Per i friulani è ormai una maledizione: fu Jorgensen nel febbraio 2000 lultimo a far gol alla Signora sul campo di Udine. Ma stavolta le recriminazioni sono tante: qualche errata segnalazione di fuorigioco (la più clamorosa fischiata a Di Michele), un arbitraggio non certo casalingo anche se le decisioni più importanti sembrano corrette. E forse il rammarico di non aver avuto in campo Iaquinta, arma in più per sfondare la difesa bianconera.
Non cè il centravanti calabrese, eroe del debutto in Champions, ormai vicino al divorzio con i friulani come ha lasciato intendere ieri sera il patron dellUdinese Pozzo. Cè invece Del Piero e per la prima volta nellattuale campionato manca Trezeguet, che non è nemmeno in panchina. Fonti ufficiali parlano di una botta rimediata in extremis, in realtà può essersi trattato di semplice turn-over. Laltra novità in casa Juve è lex Giannichedda, mai schierato questanno e scelto per rinforzare il centrocampo altrimenti in inferiorità numerica. Cosmi, senza il suo ariete, decide di puntare sulla coppia dei piccoletti Di Natale-Di Michele, sceglie Pinzi esterno (ma dopo venti minuti un infortunio muscolare lo toglie dalla partita, riconsegnando la maglia a Zenoni) e in mezzo Vidigal. In pratica, il 3-5-2 già mostrato nel primo tempo di Firenze ma con un inedito duo offensivo.
La Juventus parte con un modulo ad albero di Natale: Ibrahimovic unica punta con Del Piero e Nedved (il ceco parte a destra, ma per lui sarà una serata negativa) a sostegno. Il duello a centrocampo è furioso: difficile fermare lo straripante Vieira, Obodo rimedia unammonizione per un brutto fallo su Emerson e anche Muntari si aiuta con qualche scorrettezza. I friulani cercano di fare la partita, ma sbagliano molti appoggi regalando palla agli avversari in più di unoccasione. Una di queste può costar cara alla squadra di Cosmi, dato che Giannichedda fa partire unazione in velocità con assist di Del Piero per Ibrahimovic che sbuca in mezzo a Bertotto, ma è anticipato da De Sanctis. Brividi per Abbiati su un diagonale di Vidigal che approfitta di una dormita della difesa juventina, proteste vivaci per un fallo di mano in area (ma sembra involontario) di Zambrotta su un cross di Candela. Ed ecco spuntare il cinismo della Juve, capace con quattro passaggi di andare in gol: lazione parte da un ottimo controllo di Vieira, palla a Blasi che lancia lungo per Del Piero, assist perfetto per il francese che di piatto mette in porta. Secondo gol dellex centrocampista dellArsenal dopo quello di Empoli, che corona la sua ottima partita. Ibra potrebbe subito ottenere il colpo del ko, ma il suo tiro da fuori è deviato con bravura da De Sanctis.
Il secondo tempo è un monologo dellUdinese: Cosmi sostituisce il nervoso Obodo e gioca la carta Rossini, il giocatore che nelle intenzioni della società dovrà prendere il posto di Iaquinta. Il tridente fa male a una Juve costretta alla difensiva, il movimento di Di Natale mette in crisi la retroguardia di Capello ed è proprio un pallonetto del «folletto» napoletano (deviato miracolosamente da Kovac), Abbiati compie un intervento «funambolico» di tacco su Vidigal.
Monsieur Vieira fa danzare la Signora in rosso
In difficoltà Nedved, debutto dellex Giannichedda. Rossini «vice» Iaquinta
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