nostro inviato a Padova
Il caso Sapienza non si è ripetuto e unaula blindatissima nello storico Palazzo del Bo, sede del rettorato delluniversità di Padova, il vescovo Rino Fischella ha potuto tenere la sua lectio magistralis su «Etica e ricerca scientifica», nellambito del convegno promosso dalla fondazione «Marina Minnaia» che da anni aiuta i pazienti in attesa di trapianto di fegato e i loro familiari. Solo una cinquantina gli studenti contestatori, tenuti ben distanti dallaula, dopo che lintera area era stata transennata e circondata da uno stuolo di agenti in tenuta antisommossa. La presenza del vescovo, presidente della Pontificia accademia per la vita, invitato dalle autorità accademiche, era stata contestata nei giorni scorsi dai no global, dal movimento studentesco «lOnda» e da alcuni docenti di sinistra, che avevano protestato per la mancanza di contraddittorio, definendo «politica» liniziativa che cade a poche settimane dalle elezioni universitarie. Quando il monsignore ha però fatto sapere che avrebbe ascoltato volentieri un intervento opposto al suo, i contestatori hanno detto che non avrebbero partecipato.
Così, ieri pomeriggio, a una platea selezionata e controllata, Fisichella ha potuto tenere il suo discorso, affiancato dal vicepresidente della Camera Maurizio Lupi e preceduto da ben otto interventi di saluto: vista la polemica montante e il rischio che a Padova si ripetesse quanto avvenuto nel gennaio 2008 allUniversità La Sapienza di Roma con la mancata partecipazione di Benedetto XVI, sono intervenuti in favore della libertà di espressione anche il presidente della Regione Giancarlo Galan e il sindaco Flavio Zanonato.
Allinizio della lectio, Fisichella ha abbandonato il testo scritto e si è detto dispiaciuto per «il disagio arrecato alla città»: «Mi sono chiesto se fosse giusto creare una situazione di conflitto, ma non essere presente sarebbe stato peggio». Poi ha dato una lezione di laicità ai suoi interlocutori più critici: «Mi domando come si fa a giudicare il contenuto di un intervento prima che questo sia stato fatto. Le critiche sono legittime, ma dopo aver ascoltato». Il vescovo ha quindi aggiunto: «Non è detto che un sacerdote non possa pensare laicamente. Io nelluniversità ci abito, e anche se porto il colletto uso la ragione».
Fisichella ha smentito lidea che la Chiesa sia contro il progresso scientifico: «Siamo stati nel passato, lo siamo tuttora e lo saremo nel futuro fautori e propugnatori della scienza». Sui trapianti, ha chiesto attenzione nellaccertamento della morte del paziente perché «in un ambito come questo non può esserci il minimo sospetto di arbitrio e dove la certezza ancora non fosse raggiunta deve prevalere il principio di precauzione».
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