«Il 2010 per noi sarà l'anno degli orologi», dice Barbara Falcomer, amministratore delegato della Montblanc Italia, e per non venire meno al proposito la Casa tedesca ha lanciato alcuni dei modelli più interessanti visti al Salone di Ginevra. Come il Metamorphosis, un originale orologio (sviluppato da due giovani talenti presso l'Istituto Minerva di ricerca nell'alta orologeria di Villeret) che a comando cambia aspetto e funzione. In fase normale è un solo tempo, poi si trasforma quasi magicamente in un cronografo: una vera metamorfosi meccanica. Oppure l'Exo Tourbillon Chronograph, caratterizzato - si tratta di un virtuosismo tecnico - dal bilanciere esterno alla gabbia rotante. Tutti orologi realizzati in tiratura limitata e dai prezzi assai sostenuti, che testimoniano la volontà della Maison di legittimarsi come manifattura orologiera d'alta gamma.
Due i siti produttivi: Le Locle, dove si montano i modelli privi di sofisticazioni tecniche, e Villeret, dove si trova, appunto, l'Istituto finanziato dalla Montblanc stessa e dove invece si progettano e si realizzano i pezzi più complessi. «Con circa 180mila orologi prodotti ogni anno, la Montblanc è una realtà più che solida nell'intero panorama e i suoi modelli di punta, per quanto riguarda lItalia», dice Barbara, «sono quelli delle collezioni Star e Timewalker, mentre l'orologio icona, quello che più ci rappresenta dal punto di vista dellarte orologiera è il cronografo Rieussec. Lo scorso anno siamo cresciuti nel mondo del 2%, mentre in Italia del 10; avremmo potuto fare di più, ma vi sono stati problemi di consegna dei prodotti». Situazione più che soddisfacente, quindi, soprattutto in tempi di crisi? «Non siamo certo insoddisfatti, ma il nostro vero problema», conclude l'ad della Maison, «è far superare al cliente quel blocco costituito dalla formula Montblanc uguale strumento di scrittura.
Per Montblanc il 2010 sarà lanno dedicato allorologio
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