Montecarlo, scontro Fli-Pdl sui Servizi Bocchino da Santoro: ecco chi è stato

Dopo la pubblicazione delle nuove carte sulla casa di Montecarlo, i finiani parlano di "dossieraggio". Immediate le smentite. I Servizi e la Gdf negano indagini. Palazzo Chigi: "Illazioni false e diffamatorie". Fli: "Berlusconi propala patacche, niente dialogo sulla giustizia". Granata: "E' un falso". D'Alema (presidente del Copasir): "Chiarire il coinvolgimento di singoli o gruppi". E Bocchino ad Annozero accusa: "Opera di Lavitola, direttore dell'Avanti, è vicino a Palazzo Chigi"

Montecarlo, scontro Fli-Pdl sui Servizi 
Bocchino da Santoro: ecco chi è stato

Roma - L'affaire monegasco si tinge sempre più di giallo. Dopo la pubblicazione dei documenti governativi di Santa Lucia che legano Giancarlo Tulliani alla proprietà dell'immobile di boulevard Princesse Charlotte, i finiani rompono la tregua e parlano di "dossieraggio". Immediate le smentite. In primis le Fiamme Gialle che negano l'esistenza di indagine sia in Italia sia all'estero. Poi tocca al Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS). Quindi, Palazzo Chigi accusa duramente i finiani: "Le illazioni e le congetture sono assolutamente false, diffamatorie e destituite di ogni fondamento". Ma il gruppo di Fli insiste e il presidente del Copasir, Massimo D'Alema, chiede di "chiarire il coinvolgimento di singoli o gruppi sui dossier". Poi Bocchino da Santoro fa saltare il tappo: "Il documento è un falso. Confezionato da Lavitola, direttore dell'Avanti, vicino a Palazzo Chigi".

Le accuse di Palazzo Chigi "Le illazioni, le voci e le congetture apparse quest’oggi su alcuni quotidiani in relazione a una presunta attività di dossieraggio sono assolutamente false, diffamatorie e destituite di ogni fondamento". Palazzo Chigi stronca categoricamente le accuse rivolte alla documentazione addotta sulla casa di Montecarlo e spiega: "I Servizi nelle loro diverse articolazioni e la Guardia di Finanza hanno già provveduto a smentire, non avendo mai svolto alcuna attività, né diretta nè indiretta, nè in Italia nè all’estero, in relazione a queste voci". "Di fronte alla gravità di queste insinuazioni la presidenza del Consiglio non può non denunciare la totale irresponsabilità di chi diffonde voci siffatte solo per ragioni di polemica politica, ben sapendo che esse non hanno il minimo fondamento".

Smentita ogni sorta di indagine Riferimendosi "alle voci, alle insinuazioni e alle false notizie, riportate anche oggi dalla stampa, su presunte iniziative svolte in Italia e all’estero in merito all’immobile di Montecarlo", i Servizi segreti italiano hanno ribadito "l’assoluta infondatezza di quanto pubblicato in ordine ad attività di qualsiasi natura attribuite ai servizi di informazione per la sicurezza". Anche la Guardia di Finanza ha precisato che nessun fianziere sta svolgendo indagini sull'appartamento di boulevard Princesse Charlotte. "In relazione alle indiscrezioni giornalistiche anche oggi apparse sugli organi di stampa sulla vicenda di cronaca nota come la casa di Montecarlo - spiega la Guardia di finanza - nessun suo appartenente ha svolto o sta svolgendo attività investigativa in territorio estero".

Fli: "Berlusconi propala patacche" "Berlusconi non può mandare Ghedini e Alfano a dialogare con noi e poi ricevere Feltri e Sallusti per propalare le patacche" torna ad accusare il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino, spiegando, nel corso di una conferenza stampa per l’ingresso di Giampiero Catone nel gruppo dei finiani, che si sta svolgendo "un’opera di dossieraggio gravissima". Il dialogo sul lodo Alfano era stato avviato ma ora di fronte a "l’escalation della campagna mediatica contro Fini e i dossier basati su falsità, non si seguiranno le vie brevi per il lodo Alfano, ma quelle regolamentari". Poi Bocchino continua puntando il dito non contro l’intelligence istituzionali, ma la fondata possibilità, "come accaduto in passato", che siano in azione frange di "servizi deviati" impegnati in "azioni torbide".

Granata: "E' una patacca" "Ora è ufficiale, hanno scoperto che quel documento è una patacca, una fotocopia". Lo afferma Fabio Granata, conversando in Transatlantico e riferendosi al documento pubblicato ieri sulla vicenda della casa di Montecarlo e intestato allo Stato di Saint Lucia dove avrebbero sede le due finanziarie offshore, Timara Ltd e Printemps Ltd. Proprio al carta che indica in Tulliani, il cognato di Fini, il proprietario dell'appartamento di Montecarlo.

Le accuse di Bocchino "L'indiscrezione di Repubblica.it risulta anche a noi. Valter Lavitola è uno degli uomini che ha lavorato alla patacca". Italo Bocchino, in studio ad Annozero, fa il nome della persona che i finiani ritengono dietro i documenti sulla casa di Montecarlo diffusi da Santa Lucia. Bocchino inserisce la polemica sulla casa di Montecarlo e sulle accuse di dossieraggio contro Fini, in un quadro internazionale: "E' cosa nota che la nostra politica estera è concentrata su Libia e Russia, il che genera attenzione anche in altri Paesi per chi, come Fini, parla invece di atlantismo e di multilateralismo". Quindi, il riferimento a persone che "hanno accompagnato Berlusconi in Centro America, anche di recente, e che hanno lavorato alla patacca sulla casa di Montecarlo", nonché la citazione del giornalista e di quel "viaggio in Brasile finito sui giornali per un festino organizzato per il presidente del Consiglio, stando almeno a quanto riportato dai quotidiani brasiliani", sottolinea. Lavitola - sostiene ancora Bocchino - "ha aiutato Berlusconi, e questo consta anche a me perché Berlusconi ci chiese di candidarlo alle Europee dicendo che lo aveva molto aiutato, insieme con Sica, per l'operazione con cui fece cadere Prodi con il passaggio di alcuni senatori". Il capogruppo Fli alla Camera afferma inoltre che "c'é stato un lavorio diretto nell'entourage del presidente del Consiglio, e - aggiunge - ci risulta perché lo scrive Repubblica.it ed anche perché - prosegue rivolgendosi a Santoro - come lei sa uno per difendersi oggi può fare delle indagini, a livello nazionale e internazionale con i soggetti che sono deputati legalmente a farlo. Certo che le abbiamo fatte e da queste indagini risulta che il cognato di Fini non è proprietario delle società di cui, guarda caso, parla il giornale di proprietà della famiglia del presidente del Consiglio. Risulta che c'è stata un'operazione di dossieraggio in Italia e all'estero, anche con stanziamenti di somme, e che questo signore che ha accompagnato Berlusconi in Brasile, non si capisce in base a quale incarico, potrebbe aver costruito" conclude Bocchino. Immediata la smentita di Lavitola: "Una bufala".

Interviene D'Alema "Nessuno chiama in causa i Servizi segreti come tali, in quanto strutture". Lo afferma il presidente del Copasir, Massimo D’Alema, in una intervista che verrà pubblicata domani dall’Unità. A proposito di quanto sta accadendo sul caso dei dossieraggi, D’Alema sottolinea: "Se possa esserci da parte di singoli, di gruppi che operano al di fuori di ambiti istituzionali una collaborazione a queste attività vergognose, ciò deve essere accertato, tenendo conto che il Copasir non è una commissione di inchiesta, non ne ha i poteri.

Ciò che abbiamo fatto e faremo - prosegue D’Alema - è sollecitare costantemente chi ha la responsabilità di coordinare i Servizi - il Dis - a esercitare i propri compiti istituzionali che comportano la vigilanza sull’operato degli apparati di intelligence affinché sia eliminato anche solo il sospetto di attività al di fuori delle leggi. I cittadini - spiega D’Alema - devono essere garantiti del fatto che i Servizi agiscono al fine unico di tutelare la sicurezza della Repubblica. Continueremo con scrupolo a esercitare il nostro compito".

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