da Roma
Moral suasion o atto formale del governo? La sfiducia del governo nei confronti di Antonio Fazio ha suscitato reazioni contrastanti nel mondo della politica e delleconomia. E anche sui modi di uneventuale uscita del governatore dalla Banca dItalia si accavallano interpretazioni e letture diverse, se non opposte. Le parole pronunciate mercoledì da Silvio Berlusconi hanno incassato il plauso di ambienti da tempo tiepidi nei confronti dellesecutivo.
Il presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, ad esempio, ha promosso il ritorno al ministero dellEconomia di Giulio Tremonti e ha lodato la «chiarezza» del premier sul fronte Bankitalia. Quelle pronunciate da Berlusconi, secondo Montezemolo, «sono finalmente valutazioni del tutto coerenti con le preoccupazioni che gli imprenditori hanno espresso negli ultimi mesi a tutela della reputazione del sistema paese».
Ma non tutti gli esponenti del fronte antifazista sono stati accontentati. A sinistra, in particolare, cè chi ha chiesto allesecutivo di andare oltre. «Il governo deve ora compiere gli atti necessari, coerenti e conseguenti con quello che ha ieri dichiarato», ha detto il segretario dei Ds, Piero Fassino, riferendosi ad una formalizzazione della sfiducia che comunque non è nei poteri del governo. Come aveva avuto modo di constatare lex ministro Domenico Siniscalco, da un punto di vista formale la posizione di Fazio è inattaccabile. Una recente lettera della Bce ha chiarito che uneventuale revoca ex lege del governatore «non è conforme allo statuto del sistema europeo delle banche centrali allegato al trattato di Maastricht». Larticolo dello statuto in questione recita: «Un governatore può essere sollevato dallincarico solo se non soddisfa più le condizioni richieste per lespletamento delle sue funzioni o si è reso colpevole di gravi mancanze». E non è il caso, almeno da un punto di vista formale, di Fazio. Senza contare che ambienti della Bce fanno sapere che, comunque vada, non spetterà a loro prendere uniniziativa così pesante. Le decisioni - hanno ricordato da Francoforte - spettano al Consiglio superiore della Banca dItalia mentre liniziativa che innesca tutto il processo deve partire dalle autorità nazionali.
Il centro è quindi il Consiglio superiore, al cui consigliere anziano Paolo Emilio Ferreri, è riservato il diritto di convocare il Consiglio in seduta straordinaria (che comunque potrebbero sempre decidere una riconferma di Fazio). A sbloccare la situazione potrebbe essere lo stesso Fazio, che potrebbe anche autosospendersi aprendo le porte ad un interim del direttore generale Vincenzo Desario.
La soluzione motu proprio è quella che raccoglie più consensi nel mondo politico. Ieri il premier Berlusconi ha detto di non aver sentito Fazio, «non ho avuto nessuna notizia» di sue dimissioni. «Né mi aspettavo notizie», ha assicurato. Chi invece ci contava era lex ministro ulivista Tiziano Treu: «In qualunque paese normale se ne sarebbe andato».
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