Montezemolo: «Finalmente» Domenicali: «E chi è forte qui...»

Silverstone. È festa grande, è festa per tutti in quel di Silverstone, Inghilterra uggiosa e dispettosa, pista dai ricordi grandi e dalle molte paure tanto è circuito esigente e non sempre amico della Rossa. È festa grande là dove nel 1951, il 14 luglio, José Froilan Gonzales vinse però il primo Gp della propria storia, perché Fernando Alonso ha finalmente sdoganato il campionato del Cavallino e d’ora in poi è lecito sognare.
Non sogna perché è tutto vero, ma brinda il presidente tifoso, Luca di Montezemolo, quando dice «finalmente! Sentire suonare l’inno d’Italia a Silverstone, proprio dove vincemmo la nostra prima gara in Formula 1 mi ha commosso in maniera particolare. Questa è la Ferrari, una squadra che combatte sempre e non si arrende mai, ai vertici da sessant’anni. Voglio ringraziare Domenicali e tutta la squadra, sia le persone che in pista hanno lavorato in maniera perfetta, sia quelli a casa, cui avevo chiesto uno sforzo incredibile, anche per i nostri tifosi. Fernando è stato bravissimo, facendo una gara straordinaria e anche Felipe è stato bravo, combattendo fino all’ultimo».
Non sogna, ma brinda, solo per un attimo perché poi c’è di nuovo da lavorare, Stefano Domenicali, il team principal, parafulmine della squadra nei momenti duri - e sono stati tanti - e motivatore dei suoi uomini a cui aveva chiesto creatività tecnica, aggressività, facendo capire, come Alonso, che la svolta doveva arrivare entro Silverstone. E così è stato e ora dice: «Questo risultato viene da lontano, non è certo il frutto di un miracolo. I tecnici dicono che se si va forte su questa pista si è competitivi anche in tanti tracciati su cui dobbiamo ancora correre. Noi non vogliamo fare nessun calcolo per quanto riguarda la classifica. Dobbiamo affrontare gara dopo gara con questo stesso approccio, senza mollare la presa». Riguardo poi al documento sottoscritto anche dalla Rossa prima del via che riabilita i diffusori soffiati vietati in questa gara e rispondendo a chi fa notare che magari, fossero rimasti in vigore, la Ferrari non avrebbe vinto, Domenicali ribatte secco: «Se ognuno continua a pensare a ciò che gli dà vantaggi, non se ne esce. Per questo finora abbiamo tenuto un basso profilo. Non ci piace chi urla e parla degli altri. Senza pensare se ci darà o ci toglierà, alla fine anche noi abbiamo firmato l’intesa di tornare a prima di Silverstone». Insomma, una scelta all’insegna del fairplay.
Non sogna ma brinda il vincitore, Alonso, quando ammette «ci sono stati dei momenti difficili, come quando Hamilton ci ha superati ma siamo rimasti sempre molto calmi e convinti che potevamo giocarci le nostre carte. È chiaro che il problema occorso a Vettel nella sua sosta ci ha aiutato, ma bisogna anche dire che sull’asciutto andavamo molto bene». E confida: «Alla mattina ho avuto il privilegio di guidare la 375 F1 di Gonzales e poi, poche ore dopo, vincere per la Ferrari la stessa gara sessant’anni dopo.

Nella squadra ci sono dei figli delle persone che lavoravano allora per la Scuderia e hanno lo stesso amore e la stessa passione per le corse che c’era all’epoca. E adesso andiamo in Germania col morale più alto e con più fiducia in noi stessi».

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