Montezemolo: l’assenteismo vale l’1% del Pil

da Roma

L’assenteismo nella Pubblica amministrazione costa un punto di prodotto interno lordo, 14 miliardi e 100 milioni di euro. Davanti agli studenti della Luiss, inaugurando l’anno accademico dell’ateneo confindustriale, Luca di Montezemolo va all’attacco contro «l’emblema dell’inefficienza e del cattivo funzionamento della Pubblica amministrazione»: le assenze ingiustificate dal lavoro.
Tra ferie e permessi vari, ricorda Montezemolo, un dipendente pubblico è fuori ufficio mediamente un giorno lavorativo su cinque. Secondo il presidente Confindustria tra i ministeri, la «maglia nera» va alla Difesa con 65 giornate di assenza l’anno per dipendente, seguita da Economia e dell’Ambiente con 60 giorni, come all’Agenzia delle Entrate. All’Inpdap - l’ente previdenziale del pubblico impiego, la media arriva ai 67 giorni. Le assenze nel settore pubblico sono del 30% più elevate rispetto alla grande impresa privata. Il pareggio dei due settori farebbe risparmiare oltre 11 miliardi. Negli enti locali, spicca il Comune di Bolzano (74 giorni d’assenza in media per impiegato), pari al 29% delle giornate lavorative. La Spezia e Ascoli sono sopra i 70 giorni. Come reagire? «Bisogna remunerare di più chi lavora, sia nel pubblico che nel privato, e sanzionare chi non produce», risponde il presidente della Confindustria. Ricordando che, nel confronto internazionale, l’orario di lavoro italiano è inferiore del 7,5% a quello inglese, del 13% a quello spagnolo, del 16% a quello statunitense. Francia e Germania, dove l’orario è più corto, si stanno adeguando. La priorità è la crescita dell’economia italiana - aggiunge Montezemolo, facendo eco alle parole pronunciate poco prima dal governatore di Bankitalia Mario Draghi - e l’aumento della produttività è l’unica strada per un aumento delle retribuzioni. Il merito, conclude, è l’unica strada per superare una società basata sulle caste (sei figli di operai su 10 fanno gli operai, sette figli di professionisti su 10 fanno i professionisti). Ed è «mortificante» che l’Ocse bocci il nostro sistema scolastico e quello universitario, vera e propria fucina di raccomandati. I sindacati replicano alle parole di Montezemolo, accusandolo di offendere chi lavora.

«Ricorrere all’iperbole per fare sensazione è sbagliato», osserva il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. Il leader della Cgil Guglielmo Epifani parla di «dati non veri». Mentre il parlamentare di Rifondazione Francesco Caruso la vede diversamente: «Meglio gli assenteisti dei padroni evasori».

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