Montezemolo: "McLaren, non finisce qui"

Il presidente della Ferrari tranquillizza i tifosi della Rossa. Un’indiscrezione: Maranello punta a un maxi risarcimento da 100 milioni

Montezemolo: "McLaren, non finisce qui"

Nostro inviato a Parigi

Persino taluni inglesi hanno provato un filo d’imbarazzo. Come i colleghi del popolarissimo Daily Mirror, che ha titolato: «McLaren colpevole ma non punita»; o come gli autorevoli colleghi del Times che sottolineano l’incongruenza del verdetto francese: i vertici del team anglotedesco ammettono di essere venuti a conoscenza del dossier sui segreti della Ferrari, mala Fia, pur avendone il potere, non li punisce. Sull’apriti cielo italiano è inutile soffermarsi, tanto era prevedibile e sacrosanto; su quello dei media spagnoli, basti notare che la penisola iberica è stata percorsa da un grande sospiro di sollievo all’idea che el campeon, Fernando Alonso, non verrà penalizzato.

Anche in Germania soprattutto sorrisi pensando che il motore McLaren è Mercedes e che la Casa tedesca detiene il 40 per cento del pacchetto azionario del team. Dopo aver letto la rassegna stampa italica e internazionale, il presidente fin qui tifoso, e d’ora in poi soprattutto incacchiato, Luca di Montezemolo, come ha reagito? Con il solito stile, stavolta, però, faticosamente tenuto a freno. Per cui, nella tarda mattinata di ieri, lasciando la sede Ferrari, Montezemolo ha cercato di tranquillizzare i sostenitori della Rossa: «I tifosi della Ferrari, offesi per la decisione di Parigi, possono stare tranquilli: questa storia non finirà qui».

LE PROSSIME MOSSE Più tardi (vedere il suo racconto qui sotto, ndr), e sicuramente dopo averne parlato con il presidente stesso, l’amministratore delegato del Cavallino e gran capo delle operazioni in pista, Jean Todt, confermerà quel che si vocifera da giovedì sera: «Da parte nostra andremo avanti per quanto riguarda le azioni legali in corso in Italia e in Inghilterra e non escludiamo di intraprendere altre azioni ».

IL POLIZIOTTO DI LADY D Quali sarebbero queste altre azioni? Certamente è da considerare un eventuale ricorso al tribunale d’appello della Fia (e, successivamente, a quello di Losanna, per un arbitrato). Questa via sarebbe però praticabile solo se gli uomini di Maranello riuscissero ad entrare in possesso di ulteriori verità, di prove importanti, o se dovessero emergere clamorose novità. È da leggersi anche in questo senso l’incarico investigativo dato a Lord Stevens, il super poliziotto inglese che indagò sulla morte di lady Diana. Più probabile, invece, che i legali del Cavallino si concentrino ora soprattutto in sede civile; fermo restando il proseguimento della causa penale contro Stepney, a Modena.

L’ULTIMA DI STEPNEY Fra l’altro, l’ex tecnico della Rossa, l’uomo accusato di aver tentato di sabotare le monoposto e - ormai, dopo l’udienza parigina il condizionale non è più d’obbligo - l’uomo che ha anche fatto pervenire all’ingegnere della McLaren Mike Coughlan il famigerato dossier, ha subito risposto tramite i suoi legali all’invito della Fia («lui e Coughlan ci devono spiegare un motivo per non espellerli molto a lungo dal mondo dei motori»). «Il nostro assistito - hanno detto - è disponibile in ogni momento a presentarsi davanti alla Federazione». Ma si diceva della causa civile, quella intentata proprio contro Coughlan in Inghilterra (e per la quale è stato ingaggiato Lord Stevens, ndr): nel caso infatti la McLaren riuscisse a vincere entrambi i mondiali, sul piano civile - una volta dimostrate le responsabilità di Coughlan e dei suoi superiori - la Ferrari potrebbe richiedere un risarcimento enorme.

Qualcuno lo stima in circa 100 milioni di euro per danni subiti a causa dello spionaggio industriale. Altri sostengono addirittura che il maxi risarcimento potrebbe essere richiesto comunque: anche se a vincere i titoli fosse proprio la Rossa.

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