RomaDurante la carrellata di consultazioni a palazzo Chigi, Monti illustra ai partiti la sua manovra da 25 miliardi circa e sullIrpef sembra fare dietrofront. Quantomeno rivedere gli aumenti ventilati a partire dai redditi sopra i 55mila euro. La stangata verrà oggi esposta alle parti sociali, con i sindacati già sul piede di guerra. I primi a essere ricevuti ieri nella sala verde di Palazzo Chigi sono stati i rappresentati del Terzo polo, Casini, Rutelli e Della Vedova. Monti, assieme ai ministri Passera, Fornero e Giarda, a tutti ha sottolineato che «il momento è drammatico sia per lItalia sia per lEuropa» e quindi occorre una manovra «severa, pesante e rigorosa».
Dirà Della Vedova: «È una medicina amara che serve a guarire una malattia grave». Tuttavia Casini & C. non stanno soltanto ad ascoltare e al premier chiedono maggiore attenzione alle famiglie e, se possibile, rivedere gli aumenti dellIrpef. Tradotto: mantenere le detrazioni fiscali a chi ha più di due figli e/o far partire gli eventuali aumenti non dai redditi di 55mila euro, ma da quelli da 75mila. Il leader dellUdc, al termine dellincontro, spiega che lappoggio del Terzo polo non mancherà: assicureremo una «vigile solidarietà» al governo, chiamato a «fare le cose che per lungo tempo sono state rinviate».
Poi è la volta della delegazione del Pdl, composta da Alfano, Cicchitto e Gasparri. Anche il Pdl chiede a Monti di rivedere gli aumenti Irpef, puntando tutto su due considerazioni. La prima è che più crescono le tasse più si abbassano i consumi e quindi la misura ha necessariamente effetti recessivi sulleconomia. La seconda è che iniziare a colpire chi ha un reddito di 55mila euro non significa colpire i ricchi, ma il cedo medio, già tartassato e spina dorsale della nostra economia. Proprio il tasto sui possibili effetti recessivi della manovra fanno colpo sul professor Monti che, proprio per questo motivo, avrebbe rinunciato ad aumentare lIva, tenendosi questa carta, se necessario, più avanti.
Anche Alfano, al pari di Casini, pone massima attenzione alle famiglie. «La nostra principale raccomandazione al governo è di procedere con equità in modo che il carico sia parametrato rispetto alla capacità dei contribuenti - dice il segretario del Pdl al termine dellincontro -. In particolare, per noi serve una attenzione nei confronti della famiglia». Alfano quindi insiste sulle «misure sulla crescita e quelle di austerità: bisogna stare bene attenti a che non paghino sempre gli stessi». E in serata, a In Onda su La7, conferma: la soglia dei 55mila euro «è troppo bassa. Non sono ricconi ma vittime della crisi» e il Pdl avrebbe un «grande problema a votare il provvedimento». La delegazione del Pdl, davanti a Monti, non arriva a minacciare il non voto alla manovra ma spinge su alcune correzioni, confermando il senso di responsabilità. Dirà poi Alfano in conferenza stampa: «Il professor Monti non è stato chiamato - dice - per fare una passeggiata nei giardini splendidi di Villa Madama. Il suo cammino non sarà semplice». Tuttavia le misure «sebbene severe oggi, hanno lo scopo di non far stare male lItalia di domani».
Poi, in serata, è la volta della delegazione del Pd, composta da Bersani, Franceschini e Finocchiaro.
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