Monza, Faglia deluso vuole lasciare la politica

An «festeggia» l’elezione di Allevi, Arizzi e Arbizzoni

Monza, Faglia deluso vuole lasciare la politica

Gli sconfitti barcollano ancora per lo schiaffone preso. Sono incapaci pure di guardare avanti. Michele Faglia sfrattato dal 55,5 per cento dei monzesi vagheggia di «voto dato ai fascisti nella democratica Monza». Qualche altro mette nel mirino «la mistica alla Michael Moore sull’affaire Cascinazza» di quel Pippo Civati che, durante lo spoglio, ha impiegato non poco a gettare la spugna.
Il giorno dopo, the day after, la sinistra monzese si guarda attorno e fa i conti con i resti del fallimento. Ad esempio, il futuro consiglio comunale, dove è ancora incerta la presenza dell’ex sindaco Faglia: sì, l’architetto non sa se resterà in quell’aula a guidare l’opposizione o se, invece, riprenderà il lavoro nello studio di famiglia e continuerà a cementificare mezza Brianza. «Non sarebbe certo quel gesto di responsabilità atteso da Faglia, anche nel rispetto di quei 29.237 monzesi che l’hanno votato» ragionano ad voce alta i suoi supporter.
Quelli stupiti di veder rientrare con appena 85 voti un assessore di peso come Alfredo Viganò, il padre-padrone dell’urbanistica cittadina, e restare a casa l’assessore Annalisa Bemporad, lo stakanovista Armando Pioltelli e la pasdaran Marina Buzzi.
Rientra anche l’altro assessore alle opere pubbliche Antonio Marrazzo con mille e più preferenze. E con Marrazzo rientrano - stavolta sui banchi dell’opposizione - l’ex vicesindaco Roberto Scanagatti (497 voti), l’ex assessore Paolo Pilotto (266), Egidio Longoni (283), Rosario Montalbano (239), l’ex assessore Paolo Confalonieri (217) e Maurizio Beghin (191). Ma l’Ulivo porta in aula anche Sergio Civati (218) e Carmine Bubba (181). Tra gli eletti della lista Faglia si confermano Franco Boscarino (252), l’assessore Gabriella Rossi (86), Elena Colombo (104) e Massimiliano Dalla Muta (84). L’ex assessore Vincenzo Ascrizzi (213 voti) rappresenta Rifondazione comunista. In tutto 15 consiglieri contro i 24 eletti del centrodestra.
Ad aprire l’elenco dei consiglieri comunali di Forza Italia è l’abelliano Stefano Carugo (713 voti) seguito dal capogruppo uscente Osvaldo Mangone (495) e il medico Pierfranco Maffè (467). A scalare Stefano Mariani (392), Alfonso Di Lio (353), Giuliano Ghezzi (319), Domenico Riga (317), Domenico Inga (304), Marco Monguzzi (291), Alessandro Scotti (278), Andrea Colombo (272), Adamo Rosario (270), Martina Sassoli (232), Giovanni Antonicelli (214) e, quindicesimo, Antonio Gabetta (202). I primi dei non eletti sono Ruggiero De Pasquale, Francesco Pepe e Brioschi Maurizio.
La Lega conquista quattro seggi: Massimiliano Romeo (849), Simone Villa (222), Luca Vimercati (93) e Marco Tognini (83), con primo dei non eletti Alberto Mariani. E mentre il leghista Dario Ghezzi, uno degli artefici del successo elettorale, sta già lavorando al futuro amministrativo di Monza, Alleanza nazionale festeggia il ritorno in aula del capogruppo uscente Dario Allevi (800) insieme a Lucia Arizzi (315) e Andrea Arbizzoni (264).

Che in maggioranza troveranno anche l’udc Paolo Gargantini (383) e l’unico rappresentante del Mida Lele Petrucci (284). Totale 40 seggi (compreso il sindaco) nel nuovo Comune di Monza, dove gli elettori hanno cancellato le liste civiche di Giampietro Mosca e del giudice Ambrogio Moccia.

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