Monza, ora la Quercia si dà al cinema

Un film sull’area della Cascinazza tra falsità e noia

Gianandrea Zagato

All’opera prima cinematografica della Quercia monzese manca un’avvertenza: «Tutti i fatti e le persone di questo film sono frutto dell’immaginazione». Leit motiv che andrebbe però aggiunto non in coda ma come sottotitolo per quei cinquanta minuti che costringono lo spettatore (non pagante, fortunatamente) a sorbirsi una storia, quella della Cascinazza, modificata ad uso e consumo della politica cittadina.
Peccato, un’altra occasione persa per mettere i «puntini» sulle «i» e raccontare la verità, quella di un’amministrazione comunale - guidata dal sindaco Michele Faglia - che cementifica tutta la città per nome e per conto delle cooperative rosse. Ma di questo più che i giornali se ne occupino le Procure: qui, da queste colonne, vogliamo solo raccontare quei cinquanta minuti realizzati da Tvdays di Milano, dove come protagonista c’è un vecchio assessore di provincia che davanti alle telecamere tenta di conquistarsi lo spettatore senza però riuscirci. Lo stesso fa anche il narratore, quel consigliere regionale ds Pippo Civati che sembra non comprendere quello che racconta.

E vai con gli altri «attori», da Gianni Barbacetto di Diario a Elio De Capitani e al sindaco di Monza, Faglia, che si mostra per quello che è: un amministratore noioso che non vorrebbe perdere quella poltroncina su cui siede mentre la sua maggioranza va in mille pezzi. Davvero un brutto esordio nonostante il battage pubblicitario. E il risultato è che il pubblico esce dalla sala con una certezza: ’sti Civati, Faglia e compagni non la raccontano giusta.

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