Morì sul campo dell’Almas: chiusa l’inchiesta

Chiusa l’inchiesta sulla morte di Alessandro Bini, il ragazzo quattordicenne morto il 2 febbraio scorso, mentre stava disputando una partita nella categoria «Giovanissimi», in un campo di calcetto al Quadraro, nel quartiere Tuscolano. Una chiusura del fascicolo delle indagini preliminari da parte del pm Giuseppe Cascini, che verrà di sicuro seguita, non dall’archiviazione del caso, ma dalla richiesta di rinvio a giudizio che lo stesso pm Cascini presenterà al gip. Rischiano, pertando, di finire sotto processo Sandro Silvestri, ispettore della lega dilettanti, e Attilio Massolo, presidente e rappresentante legale della società Almas Roma srl, a cui è contestato il reato di cooperazione in omicidio colposo. Ai danni di Silvestri, pende un’altra ipotesi di reato per falso in atto pubblico.
Il giovane centro campista della Polisportiva Cinecittà Bettini, in particolare, morì dopo aver sbattuto contro un irrigatore a bordo campo, privo di protezione in gommapiuma. Inoltre, dall’autopsia, eseguita dal medico legale Stefano Moriani, emerse che Bini non soffriva di patologie cardiache e che il decesso fu con sicurezza la conseguenza delle lesioni riportate in seguito al trauma. Nel dettaglio, la causa del decesso è stata una lesione contusiva all’altezza della regione toracica che ha interessato l’area precordiale.

Il primo a essere iscritto nel registro degli indagati fu Massolo, in seguito all’esito di una consulenza disposta dal pm, tesa a verificare la sussistenza o meno dei requisiti di agibilità dello stesso terreno di gioco. L’accertamento tecnico verificò che il campo sportivo non era a norma.

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