Giannino della Frattina
da Milano
«Pentita? Se sarò eletta sindaco di Milano, alla festa del Primo maggio ci andrò anche lanno prossimo. E con la fascia tricolore». Nessun ripensamento, nessun passo indietro. I fischi e gli insulti non muovono di un millimetro Letizia Moratti. Che, anzi, rilancia e a Cgil, Cisl e Uil manda addirittura una lettera. «Un invito - spiega - a Onorio Rosati, Roberto Monticelli e Fulvio Giacomassi, i tre segretari milanesi dei sindacati, che invito a un confronto sul programma. La mia idea è di proporre un Patto per la competitività e lo sviluppo tra tutte le parti sociali. È necessario trovare al più presto unintesa per rilanciare le politiche per il lavoro e loccupazione». Pace fatta? Sembra non ce ne sia bisogno. «Il sindacato a Milano - garantisce il ministro - ha sempre saputo svolgere un ruolo riformista e di dialogo, tipico di questa città». Telefonate da Bruno Ferrante, lex prefetto candidato sindaco del centrosinistra che, accusandola di essere una «padrona», laveva invitata a rinunciare al corteo? «No, nessuna telefonata. Ma io guardo avanti». Tanto che in serata, alla sinagoga di Milano, la Moratti ha stretto la mano al suo contendente.
Il ministro, dunque, guarda avanti. Ma dietro cè ancora una scena da dimenticare. «Unaltra Milano comincia da qui» sta scritto nei manifesti e nei volantini di Ferrante che tappezzano la città. Non un granché se si deve giudicare dallo spettacolo ancor più indecente di quello già visto il 25 aprile. Alla manifestazione cè chi distribuisce i fischietti e chi consiglia di lasciar stare («le farete solo un sacco di pubblicità a quella lì, porco giuda»). Ma non cè niente da fare. La Moratti entra a manifestazione già cominciata ed è un assedio. Cerca di andare incontro a Ferrante che, del resto, vorrebbe fare lo stesso. Ma la gente è a dir poco sovreccitata e la stretta di mano è impensabile. Tanti fischi, tantissimi insulti. «Vai a zappare», «topo di fogna», «Moratti bocciata, vattene» i pochi ripetibili. Per il resto è una zuffa. Con i poliziotti che fanno cordone e il servizio dordine dei sindacati, costretto alle maniere forti e coperto dimproperi. I leader sindacali che si alternano al fianco del ministro e vengono apostrofati per bene. Nella hit parade dellingiuria svetta, ovviamente, il segretario della Cgil Onorio Rosati, lautore dellinvito. «Bravo Rosati, hai tirato su un bel bordello». «Andatevene, vergogna, sapete solo difendere i padroni». Pochi metri, appena cinquanta, e la Moratti è costretta ancora una volta a lasciare. Nel parapiglia una donna è anche colpita dal microfono di una giornalista ed è portata in ospedale per essere medicata. «I fischi ci stanno - commenta a caldo la Moratti -. Ma erano una minoranza, la maggior parte dei lavoratori si è comportata civilmente».
Non altrettanto quando dal palco di piazza Duomo comincia a parlare Rosati. Allora i fischi sono forse anche di più. Il sindacato si spacca e la contestazione al leader Cgil diventa la vera notizia del Primo maggio milanese. «Linvito fatto ai candidati sindaco era corretto, la contestazione assurda», spiega Antonio Panzeri, storico numero uno della Cgil milanese e ora eurodeputato Ds. Una decisa presa di distanza dalla piazza che ormai nemmeno i leader più carismatici riescono evidentemente a controllare. «Hanno portato al Primo maggio il congresso della Cgil», borbotta uno che ne capisce, riferendosi allo scontro in atto nella Cgil tra riformisti e massimalisti.
Il tutto, comunque, allinterno di un dibattito acceso, forse esasperato, ma comunque rimasto allinterno di comportamenti comprensibili. Fuori dalla grazia di Dio, invece, quello che succede al pomeriggio durante la May day parade, la manifestazione degli «antagonisti» e dei precari. Ancora una volta risuona lorrore dello slogan più disumano che sia capitato di sentire. «Dieci, cento, mille Nassirya», urlano alla vigilia del funerale dei militari morti servendo la Patria. «Se la procedura non dovesse essere aperta dufficio - annuncia il vicesindaco Riccardo De Corato - chiederò alle emittenti televisive la cassetta con la registrazione e segnalerò lepisodio alla magistratura».
Oggi, se possibile, riprende la normale campagna elettorale. E a Milano, per presentare la lista di Forza Italia di cui è il numero uno, arriva Silvio Berlusconi.
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