Moratti alle prese col puzzle delle destre

Più che un divorzio ha l’aria di una separazione. Che potrebbe rientrare anche in tempi brevi. Francesco Storace ieri davanti all’assemblea nazionale riunita al Teatro Manzoni ha annunciato lo strappo con il centrodestra e il sostegno della Destra alla candidatura di Alberto Torregiani sindaco di Milano. Il figlio del gioielliere ucciso nel 1979 dal Pac di Cesare Battisti già aveva deciso di correre autonomamente con la lista civica «Comitato cittadino per la giustizia» ora può contare anche sul sostegno di un partito nazionale. A meno che la sua corsa non si trasformi prima del voto in quella di capolista della Destra, perché i «pontieri» di Storace e del Pdl sono già a lavoro per ricucire, e il tema sarà trattato domani anche al vertice tra i colonnelli del Popolo delle libertà e il sindaco. Fino a ieri mattina l’appoggio della Destra al Moratti bis, dopo il braccio di ferro delle ultime settimane, sembrava cosa fatta. Dopo una telefonata (sembra anche a toni accesi) tra Storace e sindaco, la notizia del dietrofront dal palco. «Ho parlato con la Moratti - ha confermato il segretario della Destra - ma non è stato raggiunto alcun accordo e c’è stata una informazione propagandistica pessima, vuol dire che il centrodestra non ha capito nulla. La vedo complicata». Ma non impossibile, a leggere bene la dichiarazione. E la segretaria regionale Eliana Farina ammette, «noi iniziamo a fare la nostra campagna elettorale per le comunali da soli, poi tutto può ancora cambiare e dipenderà se dal Pdl arriveranno risposte serie e concrete, al momento non ci sono le condizioni per allearci». Qualora arrivassero, se Torregiani non sarà il candidato sindaco sarà comunque il nostro capolista». E tra le condizioni, ribadisce la Farina, c’è «la condivisione sul programma, se non lo conosciamo non possiamo allearci. Il Pdl deve capire che con noi si ragiona seriamente non sulle poltrone». Anche se nel centrodestra a molti sembra l’ennesimo tentativo di alzare la posta e prenotare qualche posto di rilievo, magari nei cda delle partecipate, più che in giunta.
L’altro ostacolo è quello della convivenza con la Fiamma Tricolore: artefice dell’alleanza tra Moratti e il movimento guidato da Luca Romagnoli è il sottosegretario Daniela Santanchè. Ma la Destra prima ha posto l’aut aut poi almeno che non comparisse il simbolo della Fiamma sulla lista per la candidatura. Ma neanche l’ultima versione spedita venerdì a quanto pare avrebbe soddisfatto le richieste. Compare la scritta «No burqa» sullo sfondo verde e ancora il simbolo della Fiamma. «No burqa? Non possiamo allearci con chi fa programmi sugli slogan» punta ancora i piedi la Farina. Per adesso.
Torregiani sta tra i due fuochi e per adesso festeggia. Si era già parlato di lui come capolista della lista civica di Sara Giudice, poi proprio della Fiamma, ma adesso dice che «va bene essere di destra ma estremisti no» e «punta a raggiungere l’1-1,5%». I sondaggi dicono che alleata alla Moratti la Destra può valere l’1,6%.

E Storace ammette che in politica «può succedere l’imponderabile e magari qualcuno del Pdl verrà a chiederci di ragionare insieme allora ne parleremo con Torregiani, ma non ci si comporta come fatto finora e al secondo turno avranno bisogno di noi».

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