Il sindaco oggi inaugura Casa Letizia. Che non è una sit-com, ma un’associazione a suo nome e trampolino per la ricandidatura del prossimo anno. Botta e risposta di Roberto Formigoni che presenta uno dei suoi «cinque progetti per Milano». Quelli già letti come un tentativo del governatore di commissariare il Comune. Sabato manifestazione a Roma. Formigoni annuncia orgoglioso la telefonata di Berlusconi che gli chiede di salire sul palco. La Moratti anticipa che non ci sarà. «Ho altri impegni». La scazzottata in viale Monza tra Gianni Stornaiolo e Doriano Riparbelli che a Berlusconi non è proprio piaciuta. Il Pgt affossato in Comune dalle liti nel centrodestra e non dalla sinistra che a Milano e in Lombardia conta meno di zero.
Il vero rischio è che le elezioni in arrivo stiano funzionando come un micidiale acceleratore di particelle. Con il Pdl che sembra sempre più vicino a un micidiale big bang. A testimonianza che la fusione a freddo tra Fi e An, decisa da Silvio Berlusconi sul predellino di piazza san Babila, piace molto agli elettori (con cui il premier dimostra di essere sempre in perfetta sintonia), ma parecchio meno ai colonnelli del partito. Che unico è rimasto solo sulla carta. Storie di militanza e tradizioni diverse, ma soprattutto politici di razza arruolati con sapienza, ma che faticano ad accettare con disciplina un posto nel coro. Solisti di talento come Moratti e Formigoni che dai rispettivi Palazzi si sono sempre scrutati con sospetto. E le cui strade oggi sembrano divise. Non è un mistero che al Celeste non sia proprio andato giù lo stop al traffico deciso da donna Letizia, complice il centrosinistro sindaco di Torino Sergio Chiamparino, proprio in tempi di campagna elettorale. Misura inutile e che ottiene l’unico risultato di farle girare a commercianti e milanesi ben consapevoli dell’inutilità di un intervento poco più che demagogico. Per controbattere, Formigoni sfoderò acido in conferenza stampa i dati dell’Arpa. Con l’aria di Lombardia migliorata grazie a interventi strutturali e non a blocchi improvvisati.
Martedì Formigoni presentava il suo programma elettorale, una summa raccolta in 135 corposissime pagine. E la Moratti? Organizza per i giornalisti una gita alla Comasina per visitare il cantiere del metrò. Apertura nel febbraio 2011, non proprio una cosa urgente. Oggi si replica con la Moratti che inaugura la sua Casa Letizia e Formigoni che domani presenta il secondo dei «cinque progetti per Milano». Già oggetto di incidente diplomatico all’apertura della campagna elettorale. Come a incidente sono derubricati i pugni di Stornaiuolo, fedelissimo di Ignazio La Russa che accusa il suo capo (responsabile dell’organizzazione del partito), l’ex di Fi Riparbelli di «incapacità». E di essere «l’unico responsabile del caos nella presentazione delle liste». Un marchio di infamia che quelli di An non perdono occasione per appiccicare agli ex Fi. Per non parlare di urbanistica e del Pgt con cui la Moratti vorrebbe mandare in pensione il vecchio piano regolatore. Possibilmente prima della fine del mandato. La città ne ha bisogno, ma è impantanato in consiglio. Bloccato dalle liti tutte interne alla maggioranza. A cominciare da quelle con la Provincia, dove l’assessore è Fabio Altitonante che è anche consigliere in Comune. Un doppio ruolo difficile da conciliare. Se alla Moratti mancherà un voto, saprà dove andare a chiedere. Doppio incarico ha anche Guido Podestà, presidente a Palazzo Isimbardi e coordinatore regionale. I suoi mugugnano.
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