La Moratti apre il sipario della Scala a Penati

La giunta precedente si era opposta all’ingresso di Palazzo Isimbardi perché l’offerta economica non era stata giudicata «all’altezza»

Gianandrea Zagato

Letizia Moratti, «c’è la disponibilità a far entrare la Provincia di Milano nel consiglio di amministrazione della Scala». Filippo Penati, «devo fare solo una verifica di bilancio confermando gli stanziamenti che avevamo proposto e dentro questo percorso, poi, troveremo la soluzione». Apertura e risposta ovvero preludio di un’intesa tra le due Istituzioni milanesi che, avverte il sindaco, sarà formalizzata nelle prossime settimane «con uno scambio di lettere» e che, ieri, è stata preceduta da strette di mano e sorrisi.
Ingresso nella stanza dei bottoni del Piermarini presieduto, secondo statuto, dal primo cittadino dove già otto poltrone su nove sono occupate da nomi di prestigio: il vicepresidente Bruno Ermolli, rappresentante della Camera di Commercio, e i consiglieri Francesco Micheli (Pirelli), Paolo Scaroni (Eni), Renato Ravasio (fondazione Cariplo), Carlo Secchi (Regione Lombardia), Fiorenzo Tagliabue (ministero dei Beni Culturali) e, infine, Stéphane Lissner sovrintendente e direttore artistico del teatro.
Squadra di governo dove la Provincia voleva già entrare nel 2005: allora, però, Gabriele Albertini si oppose alle richieste di Penati. Motivo? L’impegno economico della giunta di via Vivaio non fu valutato all’altezza: lo stanziamento di soli 1,3 milioni di euro - come prima tranche di quattro per arrivare alla soglia minima di 5,2 milioni di euro prevista dalla legge sulle fondazioni liriche - era insufficiente poiché «nel cda siedono i rappresentanti di enti e società - sostenne l’allora sindaco - che nei nove anni di vita della Fondazione hanno versato importi da dieci a sessanta volte superiori a quelli della Provincia».
Motivazione che l’assessore alla Cultura di Palazzo Isimbardi, Daniela Benelli, definì «incomprensibile», anche se il ragionamento di Albertini era in linea con le regole delle fondazioni lirico-sinfoniche: per entrare in lizza tra gli aspiranti consiglieri d’amministrazione, la Provincia, avrebbe dovuto investire una somma di denaro non inferiore a quelle ingenti già versate dai soci fondatori - nel 2001, ad esempio, il contributo della Fondazione Cariplo è stato di 26 milioni di euro - per il sostegno e la valorizzazione del più prestigioso teatro lirico d’Italia e del mondo.
Botta e risposta di uno scontro che, ovviamente, appare oggi superato dalla buona volontà delle Istituzioni e con la Provincia pronta a intervenire sul piano economico con 5,4 milioni di euro in qualità di socio fondatore. Versamento che, chiosano dalla Scala, è importante non solo e non tanto quale apporto di nuove risorse economiche bensì perché la presenza di Palazzo Isimbardi al fianco di altre Istituzioni, milanesi e lombarde, può dare più forza all’azione di rilancio della Scala.
Valutazione che può tranquillamente essere applicata pure agli altri temi messi in agenda da Letizia Moratti nel suo incontro con Penati: infrastrutture, «approfondiremo anche la possibilità di razionalizzare la mobilità e i trasporti extraurbani e urbani»; parchi, «valorizzeremo le cascine, che potrebbero essere destinate pure a residenze estive per universitari»; flussi migratori, «con una formula in cui ci sia sostenibilità di questo fenomeno da un punto di vista sociale». Questioni al centro di una strategia e con un denominatore comune: la dimensione di scala metropolitana, che è «punto di partenza» secondo Penati «per quell’area metropolitana, tema della politica, innovazione istituzionale dai tempi ancora lunghi».


E mentre, domani, Penati incontra Antonio Di Pietro per affrontare «il pacchetto grandi opere», da via Vivaio arriva una certezza: «Come Provincia riteniamo Pedemontana e Tem delle priorità. Attorno a quest’ultima stiamo cercando di costruire il consenso per una soluzione condivisa con i sindaci interessati». Annuncio di chi confida di «non voler perdere più tempo».

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