Il sindaco incassa due colpi. In senso buono. Dopo mesi di tira e molla - sui media, più che nella sostanza - la Lega ieri ha sciolto le riserve. Sostegno senza se e senza ma alla ricandidatura di Letizia Moratti. Il patto con il Pdl a Milano come nelle grandi città, Torino e Bologna, è garantito, lo ha deciso il consiglio federale del Carroccio riunito ieri per tre ore e mezza in via Bellerio con il sanatur Umberto Bossi. In altri comuni della Lombardia, come Rho, Desio e Gallarate e nella Provincia di Pavia, la Lega potrebbe presentare invece un proprio candidato. Ma ieri è stato fissato anche il lancio della corsa per Palazzo Marino, il premier Silvio Berlusconi ri-presenterà la Moratti, i 100 progetti realizzati e il programma per i prossimi 5 anni il 21 marzo in Triennale. Saranno presenti gli assessori, i consiglieri comunali e quelli di zona di Pdl e Lega. Umberto Bossi invece sarà al fianco del sindaco in uno degli eventi organizzati per la celebrazione delle Cinque giornate, tra il 18 e 22 marzo. «Noi siamo un partito diverso dal Pdl e la Lega farà scelte autonome e avrà presenze autonome» fa presente il Carroccio, che sui manifesti scriverà «Milano capitale» (del federalismo, della sicurezza).
Ok all’alleanza con il centrodestra, conferma il capogruppo leghista Matteo Salvini, anche se «su diversi punti Milano ha bisogno cambiamento e da noi sono in arrivo nuove proposte concrete per la città». Salvini è il nome scelto per la poltrona di vicesindaco, anche se il Pdl prova a difendere il posto per Riccardo De Corato, in «sella» da 15 anni. Il segretario regionale lumbard Giancarlo Giorgetti, uscendo ieri da un vertice Pdl-Lega sul programma a casa del sindaco non si è sbilanciato, «prima vinciamo, poi ne discuteremo». Il ministro Ignazio La Russa rilancia «la strada dell’Emilia Romagna, con sindaco, prosindaco e un vicesindaco. Ma non è un problema, ci metteremo d’accordo». E se la poltrona numero due si valuterà sulla base dei voti, il Pdl rischia di pagare un calo di preferenze dal via libera alle liste di sostegno al sindaco. Un elenco che si va allungando, «stiamo pensando di autorizzare quantomeno quello che avvenne 5 anni fa, c’erano dieci liste di appoggio e quindi fino a dieci non è uno scandalo ma solo una riedizione» fa presente La Russa.
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