Letizia Moratti ha già le valigie pronte per un giro del mondo in cinquanta giorni. Le voci secondo cui ragioni geopolitiche starebbero facendo oscillare lago verso la turca Smirne non le vuol nemmeno sentire. «Fino allultimo - ruggisce - lotteremo voto a voto». Si parte lunedì da New York con un discorso allOnu per raccontare urbi et orbi le misure prese a Milano in favore dellambiente. Roba pesante. E poi Australia e Paesi arabi. E altri continenti ancora visitati da lei, dagli assessori, da rappresentanti del governo, della Regione o della Provincia per convincere i 140 delegati del Bie chiamati a votare il 31 marzo a Parigi. «La nostra visione è quella di un sogno che può diventare realtà, con lapporto di ognuno di noi», ha ripetuto ieri mattina allapertura del Forum Expo 2015. Un grande successo, non cè dubbio, con 94 Paesi votanti presenti, 200 membri del Bie, nove ministri, lappoggio del premio Nobel per la Pace Al Gore e di Jacques Attali, economista fondatore di PlaNet Finance, organizzazione non-profit per il micro finanziamento e a capo della commissione bipartisan per le riforme voluta dal presidente francese Nicolas Sarkozy. E poi la serenata del ministro degli Esteri Massimo DAlema. La prova che se a contare dovesse essere solo il dossier, contro Smirne non ci sarebbe proprio partita.
Non ci pensa e tira dritto la Moratti che ripropone ai delegati Bie i «sette grandi pilastri per sette anni», i «progetti concreti» avviati in tema di cooperazione internazionale «contro la fame e la sete, contro la diffusione delle malattie e la mancanza di istruzione»: la Borsa Agroalimentare Telematica e la Città del gusto, lidentificazione di 15 progetti in diversi Paesi (Argentina, Niger, Colombia, Salvador, Senegal, Uganda, Tanzania, Congo, Perù), le azioni di partenariato con le organizzazioni internazionali come lOnu e la Fao, le «azioni da Paese a Paese». E progetti di cosviluppo per valorizzare le rimesse degli immigrati nei loro Paesi dorigine e per lo sviluppo del capitale umano e delle nuove imprese in questi Paesi anche grazie al sistema bancario che «ha messo in gioco 10 milioni e 400mila euro». Sesto «pilastro», ricorda la Moratti alla presenza del viceministro per gli affari esteri Patrizia Sentinelli, del ministro nigeriano allAgricoltura Ademola Rasak Seriki e dei rappresentanti delle Ong Lombardia, sono i programmi in tema di design, per «trasferire il patrimonio della creatività e dello stile italiani in nuovi settori, per facilitare la creazione di nuove imprese in altri Paesi».
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